Dossier - Dieci anni di euro

Il 1° gennaio 2002 entrava in vigore la moneta unica. Ecco un bilancio dei primi dieci anni di euro, partendo dagli effetti dell'addio alla lira sulle tasche dei cittadini.

1° gennaio 2012: l'anniversario della moneta unica con lo spettro del crack

27/12/2011

«Le genti d’Europa possono guardare al futuro con fiducia», recita suadente la voce della ragazza che emerge da un vaso greco per attraversare il Continente. Poi compare il neo presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi che parla di una «sfida senza precedenti portata avanti con successo» e tranquillizza i cittadini: «Possono essere sicuri che la Banca Centrale resterà fedele al suo mandato di mantenere la stabilità dei prezzi». Secondo autorevoli economisti, però, il fatto che la Bce si debba occupare, per statuto, solo di quest’aspetto della politica economica è il principale motivo per cui l’Eurozona oggi rischia di fare crack. Ogni compleanno, si sa, porta con sé una dose di inevitabile retorica. Quello dell’euro, di cui si festeggia il decimo anniversario il 1° gennaio prossimo, non sfugge alla regola.

Mentre i leader europei stanno freneticamente cercando di mettere a punto un piano di salvataggio della moneta unica, la Bce ha diffuso un video (http://www.ecb.europa.eu/euro/html/anniversary.en.html) celebrativo per la ricorrenza dove tra musiche e immagini i problemi di questi giorni scompaiono quasi per magia. Restano, sul canale Youtube dove è stato pubblicato il filmato, i commenti al vetriolo di molti internauti: «È la propaganda dei burocrati di Bruxelles», scrive uno. «Non è folle», rincara la dose un altro utente, «che dopo mesi passati sull'orlo del disastro siamo costretti a celebrare l’euro?». Qualcun altro parla di «humor accidentale». Anche i media internazionali, però, non hanno risparmiato frecciate. «Il video», scrive il Financial Times, «non è molto convincente. Avendo vissuto con l’euro per una decade, la maggior parte dei cittadini conosce bene l’aspetto grafico delle banconote. Avrebbero preferito ascoltare argomenti sul perché dovrebbe essere in circolazione per altri 10 anni».


Il Financial News, portale d’informazione finanziaria del gruppo Dow Jones, parla di «ritratto idilliaco» nel quale sono «stranamente assenti i poliziotti anti-sommossa greci». Il riferimento è ai disordini pubblici e agli scioperi a raffica che da mesi stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese ellenico finito in bancarotta. «Si trovano in uno stato di rimozione», tuona il tabloid britannico Daily Express, «la baracca crolla davanti ai loro occhi e rifiutano di accettare che la loro idea è stata solo un sogno trasformatosi in un incubo». Una posizione che riflette bene il no del premier inglese David Cameron che all’eurovertice di Bruxelles del 9 dicembre si è sfilato dall’accordo per rafforzare i sistemi di salvataggio economico e dei paesi della zona euro determinando una spaccatura tra Gran Bretagna, da un lato, e Francia e Germania dall’altro.

Il video si conclude ricordando ai cittadini di Italia, Francia, Finlandia e Grecia che hanno tempo fino a febbraio per cambiare in euro le vecchie monete in valuta nazionale. Dimenticando, forse, che ad Atene, visto il rischio default, le dracme potrebbero (purtroppo) tornare di nuovo a servire. E in Italia, invece, i cittadini che non hanno cambiato le lire a loro disposizione dal 6 dicembre scorso non possono farlo più. Lo prevede una norma del decreto “Salva Italia” varato dal governo Monti che ha stabilito la prescrizione anticipata della lira. Quella in circolazione, un “tesoretto” di 1,3 miliardi di euro, lo ha già incamerato lo Stato.

Antonio Sanfrancesco
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