Dossier campionato - MourInter!

Vincendo a Siena, la squadra milanese ha vanificato la grande rimonta della Roma. L'allenatore portoghese e una squadra cosmopolita.

Qui Inter: le grandi ambizioni

16/05/2010
José Mourinho, condottiero dell'Inter.
José Mourinho, condottiero dell'Inter.

L'Internazionale di Milano dove l'italiano più talentuoso, Balotelli, è nato in Africa da africani, dove gli altri due italiani abbastanza vagamente presenti sono Materazzi troppo vecchio e Santon troppo giovane, l'Inter che sta rosicchiando il primato juventino di tifoseria, con la decisiva collaborazione della sino a ieri (adesso torna un Agnelli alla presidenza) sgangherata società bianconera, vince il quinto titolo consecutivo, che diventerà il quarto se le verrà revocato lo scudetto del 2006 tolto giustissimamente alla Juventus di Moggi, ma forse da non assegnare ai secondi, visto che tanti se non tutti avevano peccato di condizionamento degli arbitri.

     Cinque scudetti di seguito sono stati vinti soltanto dalla Juventus fra il 1930 e il 1935, dal Torino  dal 1942 al 1949 con l'interruzione di due campionati per la guerra. Questa Inter è più ricca di uomini forti delle due compagini torinesi: forti in senso fisico, in primis, forti come caratura internazionale, forti anche come classe individuale. L'internazionalizzazione persino eccessiva dell'Internazionale (non è un gioco di parole) le toglie ovviamente vis interpretativa del calcio nazionale (la Juve fu il ritorno degli oriundi figli degli esuli dall'Italia per cercare lavoro, il Toro fu la riemersione del Bel Paese dalla palude bellica) ma le crea nel calcio mondiale grandi spazi importanti, da allargare con la vittoria in Champions League.
 
     Del suo presidente Massimo Moratti, figlio di Angelo che vinceva quanto lui spendendo meno di lui, si deve apprezzare la generosità ma soprattutto la tenacia per avere resistito a tempi grami e “moggiani”. Da Mourinho l'allenatore portoghese si vorrebbe una contropova: allenare i nerazzurri, ma dell'Atalanta, e vincere. Però è un grande attore, un accorto e intanto furioso esperto di pierre, un benefattore dei giornalisti anche con silenzi e mimiche, un ipnotizzatore di presidenti di grandi club. E parla italiano meglio di tanti di noi.

di Gian Paolo Ormezzano
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