Dossier campionato - MourInter!

Vincendo a Siena, la squadra milanese ha vanificato la grande rimonta della Roma. L'allenatore portoghese e una squadra cosmopolita.

Qui Roma: un gran gioco

16/05/2010
Claudio Ranieri, condottiero della Roma.
Claudio Ranieri, condottiero della Roma.

Per la rimonta attuata sotto la guida di Ranieri, romano subentrato al toscano Spalletti, per  l'aver posto in essere, nei riguardi delle cosiddette “grandi”, comportamenti più alla Masaniello napoletano rivoltoso contro logica e poteri che alla Pasquino quirite irridente, la Roma ha acquisito a un certo punto una per lei inedita simpatia trasversale, e in quasi tutto il  Paese, che neanche il Totti del pollice verso ai laziali e del calcione a Balotelli (in Coppa Italia a Roma, Inter vittoriosa anche se non aveva una voglia feroce di quel trofeo) ha fatto del tutto evaporare. Ma intanto nel Sudafrica per il Mondiale, se non ci sarà traccia dell'Inter italiana (che infatti non esiste), della Roma ci sarà soltanto De Rossi. Perché Lippi preferisce i calciatori che sono bolliti rinomati a quelli che sono poco fumo e molto arrosto.

     Meno dotata di campioni dell'Inter, la Roma ha giocato meglio dell'Inter. Ma giocare meglio il calcio di squadra non basta, perché i gol sono ormai - in tempo di alta specializzazione tecnica e tattica e di esasperata preparazione atletica condotta con tutti i mezzi disponibili – frutto quasi sempre di prodezze individuali spessissimo legate ai calci piazzati. Se Totti, invece di colmare e far colmare ai compagni questo gap, si dà ad altre pratiche, la Roma patisce l'inventività individuale dell'Inter.

      Ecco, la Roma è stata troppo legata al campione eternamente incompleto Totti, quello del campo e quello del resto. Ma ha chiesto e avuto il massimo da giocatori bravi nel dimensionare le storielle e storiacce del ponentino che ammoscia e della dolce vita che slomba. Ha messo avanti Ranieri capace di immergersi nel popolaresco di Roma restando quel gran signore che è, “cresciuto” in Inghilterra e superiore persino, in quel di Torino, al borghesame parajuventino che gli ha “armato” contro gli ultras. L'allenatore conta poco per quel può far fare a campioni acclarati e consapevoli di esserlo, molto per quel che può far fare operando su giocatori di seconda fascia e soprattutto refrigerando almeno un poco un ambiente caldo di follia.

di Gian Paolo Ormezzano
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