31/05/2011
La Cancelliera tedesca Angela Merkel sorvola in elicottero una fattoria eolica nel Mar Baltico.
“Vogliamo che l’elettricità del futuro sia sicura e, allo stesso tempo, sia affidabile ed economica”. Con queste parole la cancelliera tedesca Angela Merkel ha suggellato il suo impegno politico: chiudere i battenti, in modo definitivo, di tutte le centrali nucleari tedesche entro la fine del 2022. La Germania dice basta all’energia atomica: diventa, così, il primo grande Paese industriale – prima economia d’Europa ¬- a fare dietrofront sul tema delle centrali nucleari e a inaugurare una svolta decisa verso le fonti rinnovabili. Di fatto, il progetto già esisteva da tempo: la Merkel è ritornata all’originario piano del 2001 approvato dal Governo di Centrosinistra guidato da Gerhard Schroeder, che prevedeva appunto l’abbandono del nucleare entro il 2022.
Un anno fa il Parlamento aveva sostituito il progetto del 2001 con un pacchetto che fissava la tenuta in vita degli impianti per dodici anni in più, fino al 2035: una decisione che aveva sollevato le proteste dell’opposizione, influendo poi sulle prime sconfitte elettorali della coalizione al governo (nel 2010 nel Nord Reno-Westfalia i Verdi hanno raddoppiato i consensi, a discapito della Cdu della Merkel pesantemente ridimensionata).
Secondo il piano governativo, dei diciassette impianti presenti sul territorio tedesco, i sette più vecchi, chiusi dopo il disastro di Fukushima in Giappone a seguito di una moratoria di tre mesi, non saranno più riaperti; a questi si aggiunge un ottavo impianto giù chiuso nel 2009 a causa di problemi tecnici: anche questo non sarà più attivato. Le altre nove centrali, che al momento continuano a funzionare, saranno rese inattive entro il 2022.
Attivisti anti-nucleare protestano sulla Porta di Brandeburgo, a Berlino.
L’abbandono del nucleare non sarà indolore. Il progetto pionieristico della Germania dovrà sostenere dei costi gravosi, ai quali però il Governo è deciso a far fronte impegnandosi in investimenti consistenti sulle rinnovabili nei prossimi anni. Tra i Paesi dell’Unione europea, la Germania è attualmente al terzo posto per numero di centrali nucleari, dopo la Francia, che ne ha 58, e la Gran Bretagna, che ne conta 19.
La scelta antiatomica della Germania è stata criticata da più parti, per motivi opposti: Richard Samson Odingo, Premio Nobel per la pace 2007 - con Al Gore - per i suoi studi sui mutamenti climatici, in un simposio sul nucleare promosso dalla Fondazione Ducci all’Accademia dei Lincei a Roma ha commentato che si tratta di “una decisione presa solo per calcolo politico”, che “rimetterà in discussione il contributo della Germania per la riduzione del riscaldamento globale”, sottolineando che la situazione della Germania è diversa da quella del Giappone. Dall’altra parte, per Greenpeace la data del 2022 è “assolutamente inaccettabile”: secondo l’organizzazione ambientalista, la Germania dovrebbe addirittura abbandonare in via definitiva il nucleare entro il 2015.
Giulia Cerqueti
a cura di Gabriele Salari