Immigrati e profughi, calvario continuo

È primavera e tornano gli sbarchi sulle coste siciliane. Il Mediterraneo è una tomba d'acqua. E a Torino più di 300 africani occupano il villaggio olimpico

Il Garante per l'infanzia lancia l'allarme

08/04/2013
Il Garante per l'infanzia, Vincenzo Spadafora (Foto Ansa).
Il Garante per l'infanzia, Vincenzo Spadafora (Foto Ansa).

«La mancanza di fondi può mettere a serio rischio i programmi d’accoglienza per i minori stranieri anche nelle regioni dove stanno funzionando bene». Il Garante per l’infanzia, Vincenzo Spadafora, lancia l’allarme proprio nel momento in cui gli sbarchi cominciano a intensificarsi. Il Garante, che tutela tutti i minori presenti sul territorio nazionale, è particolarmente attento «ai minorenni stranieri non accompagnati, che sono tra i bambini e gli adolescenti più vulnerabili e a rischio».

«Per loro», spiega, «la normativa prevede un ampio sistema di tutele e di protezione che presenta moltissime criticità, ma anche esperienze positive d’accoglienza e inclusione sparse sul territorio. Queste devono essere rese permanenti, sostenendo adeguatamente le istituzioni nazionali e locali competenti e le organizzazioni impegnate in questo ambito. Noi stiamo lavorando in questa direzione, intanto con un lavoro di raccolta e di sintesi delle buone prassi, affinché queste vengano diffuse su tutto il territorio nazionale, per arrivare a una omogenea qualità dell’accoglienza».

Tra i punti più critici Spadafora sottolinea «la determinazione della minore età e il meccanismo di nomina del tutore. Ci sono esperienze d’eccellenza in Italia, che spesso sono il semplice frutto di buone sinergie territoriali, non solo di investimenti economici. Il nostro contributo è di facilitare, insieme ai garanti regionali, la messa a sistema di meccanismi che funzionano». Per il Garante «un altro ruolo fondamentale è quello di ascolto dei ragazzi, anche per aiutare a portare alla luce le loro storie. È incredibile il bagaglio di sofferenza, ma anche di speranza e di responsabilità, che trapela dalle loro parole».

Al momento degli sbarchi, insiste Spadafora, «è necessario che a tutti minorenni sia garantita la possibilità di ricevere, in un linguaggio per loro comprensibile, le corrette informazioni sulla normativa italiana. Questo deve avvenire subito, al momento in cui il presunto minorenne si interfaccia con le autorità italiane. Una volta arrivato, è anche importante garantire l’ascolto, facendo molta leva sulla presenza di mediatori culturali e interpreti che spesso, soprattutto nelle situazioni di emergenza, non sono presenti in numero sufficiente. È fondamentale, inoltre, che il sistema d’accoglienza e tutela sia avviato in tempo brevissimo. Non è accettabile lasciare questi ragazzi troppi giorni, a volte settimane, nell’incertezza. Per questo è fondamentale mettere a punto procedure di nomina e presa in carico dei tutori che siano efficaci, anche nel rispetto delle indicazioni internazionali».

In questo lavoro è fondamentale anche il lavoro delle forze di polizia. Il vicecapo della polizia, Francesco Cirillo, sottolinea che il lavoro delle forze dell’ordine è finalizzato, «in via prioritaria, ad assistere i migranti fin dall’avvicinamento alle coste nazionali per porre fine al loro notevole disagio dovuto alla traversata in condizioni estreme. Una volta giunti sulla terraferma, si procede alla tempestiva assistenza insieme con le organizzazioni di volontariato».

Ai migranti si cerca di garantire pasti caldi, vestiti asciutti, coperte e tutto ciò che può servire a far riprendere le forze. Nello stesso tempo si cerca di «identificare i minori e di separarli dai maggiorenni, in quanto la normativa italiana non consente il loro rimpatrio. Si vuole, nel contempo, evitare di inviare in strutture destinate ai minori persone maggiorenni. Al fine di stabilire l’età dei migranti, all’apparenza minori ma privi di documenti, si procede a esami antropometrici, d’intesa con l’autorità giudiziaria. Nei casi dubbi, si tende a considerare il soggetto minore, applicando il generale principio del “favor”. I minori, cosi identificati, vengono avviati a percorsi che privilegiano la loro tutela, la loro totale assistenza e il loro pieno inserimento nel tessuto sociale del territorio nel quale si trovano, attraverso l’affidamento a famiglie e la scolarizzazione».

Annachiara Valle e Lorenzo Montanaro
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