01/09/2011
«Il lettore vede solo la punta dell’iceberg, cioè il fatto che d’ora in poi gli sconti saranno bloccati e non si potrà arrivare, in alcuni casi, al 30 o 50%. In realtà», afferma Marco Polillo, presidente dell’Associazione italiana editori, «il pubblico nonconosce le condizioni drammatiche in cui versano le moltissime librerie italiane indipendenti, a gestione familiare, che negli ultimi anni numericamente si sono ridotte e sono unarisorsa fondamentale per la diffusione della cultura».«Finora», prosegue Polillo, «la situazione era fuori controllo perché le grosse librerie e le catene di distribuzione tenevano sugli scaffali solo best seller e decidevano in autonomia le promozioni, cannibalizzando i piccoli punti vendita».«Senza questa legge, di cui l’Aie è stata tra i principali sostenitori, sul mercato resterebbero solo best seller. Così si salvaguarda la pluralità dell’offerta che, in assenza di un regolamento, si concentrerebbe su pochi titoli e pochissime librerie. La legge francese», spiega Polillo, «è più severa: lì il tetto di sconto è al 5%. Non credo che i consumatori saranno svantaggiati dal provvedimento, perché i maxisconti degli ultimi anni non hanno aumentato il numero di lettori».
«Credo la legge rappresenti un buon compromesso e non danneggi i lettori. Il problema», dice Giuliano Vigini, saggista e docente di Sociologia dell’editoria contemporanea all’Università Cattolica di Milano, «era fissare delle regole uguali per tutti: grandi librerie, catene, punti vendita on-lineda un lato, piccoli librai dall’altro. Mentre le prime, infatti, possono applicare sconti fino al 50%, i secondi invece no».«Si tratta di una concorrenza sleale, servivaun rimedio. Qualche anno fa si era proposto uno sconto massimo al 10%, alla fine si è fissato il 15. Lo scopo della legge», continua Vigini, «era di tutelare i piccoli editori e le librerie indipendenti, quindi la pluralità dell’offerta libraria che rischia di limitarsi a titoli facilmente vendibili o molto pubblicizzati. Bisogna tuttaviaprecisare che il provvedimento contempla numerose eccezioni. Purtroppo soltanto il 46% degli italiani legge e non è un problema di prezzi, ma di cultura».
Antonio Sanfrancesco
a cura di Paolo Perazzolo