Turchia, ancora Erdogan ma...

Il premier Erdogan chiedeva la maggioranza assoluta per riscrivere la Costituzione. I risultati di 8 anni di Governo, l'opposizione, la protesta dei giovani.

Davutoglu, lo stratega visionario

11/06/2011
Ahmet Davutoglu, ministro degli Esteri della Turchia.
Ahmet Davutoglu, ministro degli Esteri della Turchia.

da Istanbul

La politica estera è stata il fiore all’occhiello della Turchia targata Akp. Con un’economia che cresce a più dell’8%, un ruolo sempre più importante nell’area mediorientale e un prestigio internazionale ormai riconosciuto da tutti i player mondiali, Ankara è destinata a essere uno dei paesi chiave del futuro prossimo.

     Il merito di questo successo è in parte del primo ministro Recep Tayyip Erdogan, ma soprattutto del suo ministro degli esteri, Ahmet Davutoglu: il visionario stratega che ha elaborato e messo in pratica la politica degli «zero problemi con i vicini», da alcuni soprannominata “neo-ottomanesimo”. Negli anni di governo dell’Akp, Ankara è riuscita a costruire buone relazioni con la Russia, ha raggiunto la normalizzazione dei rapporti con la Grecia, si è impegnata molto nella stabilizzazione della regione mediorientale.

     Le rivolte arabe, però, hanno colto la Turchia di sorpresa. E quello che sembrava un cammino chiaro e sicuro verso la pacificazione dell’area limitrofa ha cominciato a mostrare le sue prime zone d’ombra. L’instabilità politica che regna al momento in Siria, la guerra in corso in Libia, il fermento che si respira nei Paesi della regione, mette in seria difficoltà i disegni egemonici di Ankara, come i suoi interessi commerciali. 

     Inoltre la Turchia, negli ultimi anni di governo Erdogan,  ha trascurato il suo rapporto con l’Europa. Il negoziato per l’adesione all’UE è fermo da tempo, anche per i veti di Cipro e l’ostilità di Paesi come la Francia e la Germania. Ma il processo di avvicinamento all’Europa è stato un motore di grande trasformazioni per la Turchia, dal punto di vista dei diritti umani, della libertà, della democrazia. Un processo riformatore che ha dato linfa ed entusiasmo al Governo che l’ha promosso, quello dell’Akp,  ma che ora attraversa un momento di stallo. Dal quale però il nuovo governo Erdogan forse dovrebbe ripartire, per rilanciare un partito che ha perso per strada il suo iniziale piglio innovatore. 

Nicola Mirenzi

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