Turchia, ancora Erdogan ma...

Il premier Erdogan chiedeva la maggioranza assoluta per riscrivere la Costituzione. I risultati di 8 anni di Governo, l'opposizione, la protesta dei giovani.

La posta in gioco: una nuova Costituzione

11/06/2011
Il premier turco Recep Tayyip Erdogan.
Il premier turco Recep Tayyip Erdogan.

da Istanbul

Alla vigilia delle elezioni del 12 giugno in Turchia, nessuno ha dubbi su chi sarà il vincitore: dopo otto anni di governo islamico moderato, tutti i sondaggi dicono che il primo ministro Recep Tayyip Erdogan sarà chiamato per la terza volta consecutiva a guidare l’esecutivo. Ma quello che potrebbe sembrare un appuntamento scontato e privo d’interesse è invece pieno di interrogativi e attese.

     La posta in gioco delle elezioni, più che la maggioranza parlamentare, è infatti la scrittura di una nuova Costituzione per il paese. Un obiettivo che Erdogan e il suo partito islamico per lo sviluppo e il progresso (Akp) perseguono tenacemente da tempo. Per riuscire a raggiungerlo, però, non hanno semplicemente bisogno di vincere le elezioni: ma di stravincerle. Per approvare una riforma costituzionale da solo, Erdogan dovrebbe riuscire a conquistare i due terzi dei seggi parlamentari (367 su 550). Alle scorse elezioni il suo partito ne conquistò 334. Una maggioranza che gli consentì di emendare la Costituzione, ma lo obbligò a sottoporre le modifiche a un referendum popolare.

     Il desiderio più ambizioso di Erdogan, questa volta, è superare la soglia della scorsa tornata elettorale e aprirsi la strada verso una solitaria riscrittura della legge fondamentale. Ce la farà? Alcune rilevazioni dicono di no, altre non lo escludono. Vedremo. Intanto, però, sulla scena politica turca si è affacciato Kemal Kilicdaroglu, il nuovo leader del partito repubblicano del popolo (Chp), fondato dal padre della patria Kemal Ataturk. Nei suoi pochi mesi alla guida della formazione repubblicana, Kilicdaroglu è riuscito a far entrare una ventata di aria fresca in un gruppo rigido e ideologico. E i sondaggi lo danno in ascesa intorno al 30%. Il partito nazionalista (Mhp), invece, dovrebbe riuscire a superare l’altissima soglia di sbarramento del 10% ed entrare in parlamento. Mentre il partito filo curdo (Bdp) ha preferito non rischiare di rimanere escluso dalla rappresentanza, e ha inserito i suoi candidati nelle liste indipendenti.

Nicola Mirenzi

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