11/06/2011
La protesta a Istanbul contro i tentativi del Governo di mettere sotto controllo Internet.
da Istanbul
Tra tutti i problemi con la libertà che ha il sistema turco, ce n’è uno che sta facendo molto discutere in questi giorni: Internet. Ormai a ridosso della giornata elettorale
un gruppo di hacker anarchici che si definiscono “Anonimi” ha minacciato un’incursione sui siti del Governo proprio nel giorno del voto, per protestare contro una normativa che entrerà in vigore ad agosto e imporrà un nuovo sistema di filtraggio alla navigazione online.
Secondo l’Autorità per le Comunicazioni e le Tecnologie turca, i filtri serviranno proteggere le famiglie da materiali inappropriati (per esempio contenuti pornografici), impostando un sistema di alt preventivo.
Per gli attivisti della rete, invece, si tratta di un sistema che consentirà di raccogliere dati personali e violare la privacy, trasformando la censura in uno strumento di controllo ancora più sottile. Già a metà maggio migliaia di persone sono scese in piazza a Istanbul per protestare contro la nuova disciplina approvata dal Governo. Ma anche contro una politica della rete che viene giudicata restrittiva e liberticida.
Durante l’ultimo mandato del premier Recep Tayyip Erdogan, la Turchia ha oscurato decine di blog e siti web. Tra cui il popolarissimo YouTube, chiuso nel 2008 e tornato accessibile solo da alcuni mesi. La protesta dalla piazza ora si è spostata però nel suo luogo naturale: la rete.
In un video postato proprio su YouTube, i contestatori informatici spiegano che la politica governativa di restrizione del web è diventata oramai intollerabile. Per questo – dicono – è ora di schierarsi «dalla parte dei cittadini turchi» contro tutti i bavagli. «Gli atti di censura del Governo sono ingiustificabili – spiegano nella clip – Internet è una piattaforma di libertà, un luogo nel quale ciascuno e tutti insieme possono incontrarsi, discutere, condividere informazioni senza dover temere l’interferenza del Governo».
Nicola Mirenzi