18/04/2013
Don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana
Cinque ambiti di confronto (migranti, famiglie, persone in solitudine,
giovani, persone che sperimentano dipendenze), un Coordinamento
nazionale degli addetti alla comunicazione delle Caritas diocesane (sul
tema dei social network), una tavola rotonda (una Chiesa povera per i
poveri, nel mondo), relazioni su economia, società, progetti, dieci
storie concrete raccontate sotto il titolo "Paese che vai Caritas che
trovi".
I circa 600 delegati che si sono ritrovati a Montesilvano (Pescara) dal
15 al 18 aprile hanno messo a fuoco il cammino del prossimo anno
confrontandosi con le esperienze fatte e analizzando il ruolo
pedagogico, la pastorale di prossimità della Chiesa «chiamata in
particolare nelle emergenze e nei complessi scenari di crisi», dicono le
conclusioni dei lavori, «a testimoniare il Vangelo e a dare speranza».
Sul tavolo dei lavori anche il ruolo dei media nel comunicare volti e
vicende della Chiesa e, con l’islamologo Samir Khalil Samir, la
drammatica emergenza in Siria e il complesso scenario emerso dalla
primavera araba.
«In un mondo che cambia, con le crisi che si alternano e si susseguono», ha detto don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana,
«siamo sempre chiamati a essere segno e portatori di speranza mediante
l’educazione secondo la pedagogia dei fatti che tende a mettere in
evidenza primariamente l’aspetto testimoniale. C’è una responsabilità
certamente nell’accoglienza ai poveri, ma anche educativa, animativa,
culturale, ecclesiale nel discernere il tempo presente. Questo Convegno
non finisce oggi: ricomincia domani nel lavoro che ci attende, è un
viaggio che continua in una chiesa della carità, in un paese solidale e
accogliente».
Annachiara Valle