21/02/2013
Foto Reuters.
Credo che il tempo sia maturo per un Papa non europeo, ma non credo che sia già arrivata l’ora per un Papa dell’Africa nera e non per la mancanza di personalità forti in quelle comunità ecclesiali ma per il loro breve radicamento storico. Se le Chiese dell’Europa hanno troppa storia per lasciare libero il Papa di mettere mano alle grandi questioni che si profilano all’orizzonte, quelle dell’Africa forse ne hanno troppo poca per fornirgli il necessario supporto. Tuttavia se dovesse arrivare già ora un Papa nero sono sicuro che l’accoglienza sarebbe ottima sia dentro sia fuori la Chiesa.
L’avvento di un Papa africano darebbe un grande sostegno al superamento culturale del razzismo e di ogni discriminazione legata al colore della pelle che non sempre vuol dire pregiudizio razziale ma che spesso è semplice impreparazione all’accoglienza del diverso. Abbiamo ormai qualche esperienza della buona accettazione di sacerdoti africani in tante nostre parrocchie e del balzo culturale nell’accoglienza dello sconosciuto che quella presenza ha favorito anche presso le persone meno preparate a un tale contatto.
Foto Reuters.
L’elezione di un Papa nero costituirebbe anche un forte richiamo
all’intera famiglia dei popoli perché torni a occuparsi dell’Africa come
culla di un’umanità arricchente per tutti e non solo come terra dotata
di straordinarie risorse minerarie. Tra le Chiese cristiane le comunità
africane sono molto amate per la tonalità di famiglia e di festa di cui
sono portatrici.
Fuori dalle Chiese cristiane la situazione è meno rosea ma non bisogna
dimenticare che gli Stati Uniti d’America hanno appena rieletto il loro
primo presidente nero e che gli atleti di origine africana hanno avuto e
hanno un crescente numero di ammiratori alle Olimpiadi e negli stadi di
tutto il mondo. Un Papa nero darebbe una mano a guarire anche le
persone più semplici dalle residue allergie nei confronti di un’umanità
più colorata.