02/02/2013
Giovani brasiliani durante l'ultima Gmg di Madrid 2011 (foto Marcato).
Rio de Janeiro e l'intero Brasile si stanno preparando ad ospitare la Giornata mondiale della gioventù (Gmg, 23-28 luglio), la seconda in terra sudamericana dopo quella, per alcuni profili ancora pionieristica, che si svolse a Buneso Aires nel 1987. Sono attesi oltre due milioni di giovani pellegrini. Di questi, settemila saranno italiani.
La spiaggia di Copacabana, che farà da sfondo ai principali eventi del programma papale, attende con ansia Benedetto XVI, in un raduno che avrà una maggiore capacità di convocazione rispetto ai Mondiali di calcio del 2014 e ai Giochi Olimpici del 2016. A confermarlo all’agenzia SIR (www.agensir.it) è lo stesso cardinale brasiliano Joao Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica: “la Gmg avrà una eco profonda in Brasile e in tutta l’America latina dove è forte la presenza di giovani aperti alla ricerca spirituale e al senso della vita. La visita di Benedetto XVI, che è una figura significativa per il nostro Continente, è un’opportunità splendida per rafforzare questa identità che non è solo della Chiesa di Rio ma di tutta l’America Latina. So di grandi preparativi della gioventù latinoamericana per essere presente a Rio nei giorni della Gmg”.
- Eminenza, mancano meno di sei mesi all’incontro con Benedetto XVI nella Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro…
“Tutta la Chiesa locale, popolo ed episcopato, si sta lasciando
coinvolgere dal tema scelto per questo evento, ‘Andate e fate discepoli
tutti i popoli’. Per noi, implica anche dei risvolti sociali, trattati a
partire dalla Dottrina sociale della Chiesa. E’ nostro auspicio offrire
ai giovani la dimensione evangelica. Le nuove generazioni cercano
valori e ideali importanti, alti, ma spesso ne trovano altri che non li
soddisferanno mai. I giovani vogliono seguire Gesù e troveranno nelle
parole del Pontefice le risposte giuste”.
- Rio de Janeiro è pronta ad accogliere i pellegrini?
“Le strutture sono pronte. All’inizio del cammino organizzativo le
autorità cittadine avevano la testa rivolta soprattutto ai mondiali di
Calcio del 2014 e alle Olimpiadi del 2016, e non avevano ben compreso la
dimensione della Gmg. Se i mondiali possono portare in Brasile circa
mezzo milione di persone, la Gmg ne porterà circa due milioni, un numero
che ha stupito le Istituzioni. Non mancano i problemi sul campo ma
l’impegno nel risolverli concretamente è forte, grazie anche all’intesa
tra la città di Rio e la Santa Sede”.
Sarà Rio de Janeiro, in Brasile, ad ospitare la prossima edizione della Gmg (foto Marcato).
-
Uno dei problemi che più sembra preoccupare è legato al tasso di
criminalità della città carioca: come sarà garantita la sicurezza della
Gmg?
“Ci sono stati sviluppi molto positivi in questo senso negli ultimi
anni. Le Forze dell’ordine hanno ripreso il controllo di diverse favelas
in mano alla criminalità. La sicurezza, poi, verrà assicurata durante
la Gmg grazie alla mobilitazione di tutte le forze disponibili. La
Polizia sta riuscendo a contenere la criminalità, combattendo anche la
corruzione al proprio interno”.
- Si parla molto della spiccata dimensione missionaria e sociale
di questa Gmg: è forse un retaggio della teologia della liberazione che
ancora pervade il Continente latino-americano?
“Proprio di recente si è svolto a Rio Grande del Sud un simposio di
teologi della liberazione. Nella Chiesa brasiliana abbiamo visto che il
problema della povertà permane e va superato. Trovare una soluzione alla
povertà non può essere fatto in modo ideologico. Le comunità di base,
che pure sono state riconosciute, non devono avere questo taglio
ideologico. Non si può ricercare la soluzione dei problemi sociali al di
fuori della visione di fede. In questo senso la dimensione missionaria
viene recuperata come forma di testimonianza di valori e ideali
autentici, nonostante i problemi che la Chiesa ha. E che ha riconosciuto
anche dentro le proprie strutture e le proprie persone. Non può esserci
un rapporto con Dio senza un impegno sociale profondo”.
- Il precedente viaggio di Benedetto XVI in Brasile, nel 2007, suscitò diverse polemiche. Cosa è cambiato da allora?
“Ero presente a San Paolo dove si pensava che il Pontefice, teologo e
studioso, non potesse avere risposte notevoli di popolo. Ma il suo
semplice affacciarsi in Brasile ha fatto cambiare questa percezione. Il
Pontefice è stato anche ad Aparecida, luogo caro a tutto il Continente. E
da lì è nata l’intesa. Dubbi sul coinvolgimento del popolo erano stati
sollevati da quegli stessi intellettuali che poi si sono ricreduti”.
- Quale frutti si attende dalla Gmg in chiave vocazionale?
“Parlare di giovani è parlare di vocazioni. Se nella vita delle nuove
generazioni ci sono orizzonti più vasti è certo che le scelte saranno
migliori e più belle. La presenza del Papa potrà aiutare in questa
direzione. I giovani hanno molta fiducia nel Pontefice, lo seguono
perché rappresenta quel qualcosa di sincero e profondo che non trovano
nella famiglia e nella società permeata sempre più dal relativismo
etico. Credo che il Papa saprà indicare la giusta direzione ai giovani,
facendo un bene enorme per le vocazioni”.
Daniele Rocchi