16/11/2012
I Paesi dove manca libertà religiosa, un mondo in cui la globalizzazione va a braccetto con il materialismo, l’Occidente indifferente alla fede e, non da ultimo, Internet e le sue “insidie”. Sono questi i campi indicati dal Papa nel messaggio che ha scritto ai ragazzi di tutto il mondo per invitarli a partecipare alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che si svolgerà a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 23 al 28 luglio prossimi.
Invenzione di Giovanni Paolo II, le Gmg hanno conquistato anche il Papa teologo, che a Colonia, a Sidney e, l’anno scorso, in Spagna, non ha voluto mancare all’appuntamento. E nel messaggio reso noto oggi dal Vaticano Benedetto XVI spiega il significato del tema, tratto dal Vangelo di Matteo, scelto per l'incontro di quest’anno: «Andate e fate discepoli tutti i popoli!». «Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei!», ha scritto il Papa. «Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata non sul materialismo ma sull’amore, l’unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone».
Ratzinger invita a rimanere «saldi nella fede» i ragazzi che in certe regioni del mondo vivono la «sofferenza di non poter testimoniare pubblicamente la fede in Cristo, per mancanza di libertà religiosa». Ai giovani, più in generale, il Papa rivolge l’invito ad impegnarsi in due campi. Il mondo di Internet, innanzitutto: «Sappiate usare con saggezza questo mezzo, considerando anche le insidie che esso contiene, in particolare il rischio della dipendenza, di confondere il mondo reale con quello virtuale, di sostituire l’incontro e il dialogo diretto con le persone con i contatti in rete».
Oggi, poi, sono sempre più numerosi i giovani che viaggiano «sia per motivi di studio o di lavoro, sia per divertimento» ma, ancor di più, i milioni di migranti che cambiano paese «per motivi economici o sociali»: «Anche questi fenomeni possono diventare occasioni provvidenziali per la diffusione del Vangelo». Appuntamento dunque a Rio de Janeiro, dove l’enorme statua del Cristo Redentore mostra che «il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù!».
Iacopo Scaramuzzi