16/08/2011
L’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Rouco Varela, durante l'omelia della Messa che ha dato inizio alla 26a Giornata mondiale della gioventù.
Madrid, 16 agosto. Dal nostro inviato
«Avete potuto provare direttamente come la propensione all’accoglienza, alle braccia aperte sia radicata in un vecchio paese formato da una comunità di popoli: la Spagna». Con queste parole l’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Rouco Varela, ha cominciato l'omelia della Santa Messa che questa sera ha segnato l'avvio ufficiale della ventiseiesima Giornata mondiale della gioventù. Rivolgendosi alle migliaia di giovani presenti in Plaza de la Cibeles, il porporato ha sottolineato come l’identità culturale della Spagna abbia le sue radici «nella promozione della fede cristiana dei figli della Chiesa cattolica», iniziata quasi duemila anni fa.
«Benvenuti in Spagna! A voi la Spagna ha aperto non solo fisicamente le porte delle sue parrocchie ma anche le porte del suo cuore. Per questo sentitevi come a casa vostra», ha aggiunto. «Spero che la Chiesa e la gente di Madrid a partire da ieri siano un luogo propizio per vivere l’amicizia e la fraternità cristiana. Le radici cristiane di questa città, molto antica, ben identificate all’inizio del secondo millennio del cristianesimo – ha ricordato il cardinale - continuano a essere vive e forti, influendo sulla configurazione sociale, culturale e umana, ma soprattutto sulla sua anima».
«Le Giornate mondiali della gioventù sono inseparabili dal beato, nella cui memoria questa sera celebriamo l’eucaristia nella Plaza de la Cibeles, un luogo molto vicino a dove lui stesso presiedette tre grandi celebrazioni nel 1982, 1993 e 2003. Sto parlando dell’indimenticabile, venerando e amato Giovanni Paolo II. Il Papa dei giovani», ha proseguito il cardinale Rouco Varela. «Con lui è iniziato un periodo storico nuovo, inedito nella relazione tra il successore di Pietro e i giovani: una relazione diretta, immediata, cuore a cuore, impregnata nella fede nel Signore, in Gesù Cristo, entusiasta, piena di speranza, allegra e contagiosa. La santità personale di Giovanni Paolo II brilla in maniera singolare proprio nell’evangelizzazione dei giovani contemporanei».
«Benedetto XVI, ha aggiunto l’arcivescovo di Madrid, non ha temuto di mettere in risalto l’amore per i giovani di Giovanni Paolo II nell’omelia della sua beatificazione il 1° maggio in piazza San Pietro. La chiave per spiegare tutta la sua via, consacrata al Signore, alla Chiesa e all’uomo, sta nel suo grande amore per Gesù Cristo». Proprio questo suo amore per Cristo «ha affascinato i giovani che si sono sentiti amati dal Papa della verità senza dissimulazioni, interessi, inganni o superficialmente. Intuivano l’autenticità da cui veniva il bene della sua vita, della sua felicità. Lo hanno sentito nel cuore, prima di coglierlo con la ragione».
“Voi, i giovani che incontriamo qui e i tanti altri che non hanno potuto o non hanno voluto partecipare a queste Giornate di Madrid, siete la generazione di Benedetto XVI. Non è la stessa generazione di Giovanni Paolo II”, ha detto il cardinale Rouco Varela, sottolineando come i giovani di oggi si trovino ad affrontare nuovi problemi e nuove sfide, dalla globalizzazione alla crisi economica, dalle nuove tecnologie alla rivoluzione delle comunicazioni. “I giovani di oggi, le cui radici esistenziali sono indebolite da un rampante relativismo spirituale e morale, hanno bisogno di incontrare, come o ancor più delle generazioni precedenti, il Signore attraverso quella che è l’unica via che si è dimostrata spiritualmente efficace: quella del pellegrino umile e semplice che cerca il suo volto. Il giovane di oggi ha bisogno di vedere Gesù Cristo nell’incontro con la Parola e i sacramenti, e in particolare nell’Eucarestia e nel sacramento del perdono. Ha bisogno di vederlo e di entrare in dialogo profondo con Lui, che ama senza chiedere niente in cambio, se non la risposta al suo amore”. “È desiderio del Papa, che tanto vi ama, che voi andiate in questa direzione – ha concluso il porporato –, che esperimentiate in questi giorni la comunione cattolica della Chiesa, la verità e l’urgenza di far vostro il tema della Giornata mondiale della gioventù 2011”, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”.
Le preghiere dei fedelli sono state lette in francese, tedesco, arabo, ebraico e giapponese. La folla dei ragazzi ha seguito partecipe e composta tutta la celebrazione mentre il sole cocente lasciava lentamente il passo a un più tiepido tramonto. Tra chi segue la Gmg minuto per minuto segnaliamo anche il sito dell'agenzia di stampa promossa dalla Cei: www.agensir.it.
Alberto Chiara