23/11/2011
Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione Cattolica (foto: Alessia Giuliani/Cpp).
Al forum di Todi c’erano da invitati, ma non da organizzatori «perché l’Azione cattolica è presente laddove si parla di formazione e partecipa alle diverse esperienze, ma senza irrigidirsi in forme strutturate. Siamo presenti nella formazione sociale e politica, ma salvando lo specifico dell’associazione», spiega al margine del convegno della Caritas Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione cattolica. Alla platea, riunita a Fiuggi, aveva appena finito di dire che «la politica e la società, per l’Ac non sono due cose separate. Non c’è una politica sulla quale scaricare tutte le responsabilità e una società civile composta da anime belle che non si sporcano le mani».
La situazione complessiva «preoccupa l’associazione» che cerca, sempre di più «alleanze sul territorio». Torna il tema dei legami, del radicamento sul territorio, della ricerca del senso della vita. «Occorre un recupero delle finalità e dei perché», spiega Miano, aggiungendo che «per troppo tempo si sono fatte cose fini a se stesse, senza che ci si interrogasse sull’orizzonte ultimo, sulle domande di senso per la vita di ogni persona. Ci si è smarriti in un individualismo senza futuro, rifugiandosi in noi stessi. Questo è invece il tempo di trovare alleanze e di impegnarsi per il bene comune».
Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino fuori dalla chiesa del Santo Volto (foto: Guglielmo Lobera)
Gli fanno eco, sulla stessa linea, don Dario Vitali, docente di ecclesiologia presso l’Università Gregoriana e Pierluigi Dovis, direttore della Caritas di Torino. Quest’ultimo sostiene chiaramente che occorre una «sorta di riappropriazione della politica da parte nostra. Per troppo tempo siano rimasti un po’ bloccati dall’enfasi sul pre politico sostenuta
negli anni Settanta e Ottanta dopo l’indubbio insozzamento della
politica. Ci siamo tuffati nel “sociale” dando vita a tante cooperative,
associazioni, enti che hanno fatto crescere il territorio e i
territori. Ma quasi indipendentemente dalla politica. Abbiamo ritenuto
che, considerata sporca, la politica non ci appartenesse, né ai massimi
livelli dello Stato né in quelli micro dei territori. E così abbiamo delegato ad altri l’ambito delle decisioni, costringendoci a rincorrere le carenze o a raddrizzare le storture, quando non riducendoci a mendicare l’approvazione del “contributo economico”».
Un'immagine del 35° Convegno nazionale della Caritas italiana svoltosi a Fiuggi dal 21 al 23 novembre 2011. Tema: La Chiesa che educa servendo carità. Foto: Ansa.
Nel pomeriggio, il cardinale Robert Sarah, presidente del pontificio consiglio Cor Unum ha rilanciato l'impegno internazionale di Caritas italiana ricordando che, nel solo 2010, sono stati realizzati 297 micro iniziative e decine di progetti in 56 Paesi del mondo. Ma bisogna ancora impegnarsi. In particolare, ha aggiunto il cardinale, «credo, che dobbiamo occuparci delle cosiddette “nuove povertà” legate all’attacco che le società occidentali stanno portando contro tutta la legge morale, contro la vita, la famiglia, il matrimonio e la dignità della persona umana. Questo è un aspetto che dovremo affrontare nei prossimi anni, perché la vera missione della Caritas è promuovere la grandezza e la dignità della persona umana, come immagine e somiglianza di Dio».
Annachiara Valle