Rapporto Caritas: povertà in aumento

Otto milioni di poveri in Italia, tre milioni con meno di 500 euro al mese. Male il governo, bocciata la social card. Il dramma delle famiglie.

13/10/2010
Il Rapporto Caritas
Il Rapporto Caritas

I poveri sono 8 milioni e aumentano ad un ritmo vertiginoso. Lo spiega la Caritas Italiana a che insieme alla Fondazione Cancan ha pubblicato il Rapporto annuale sulla povertà che quest’anno ha deciso di intitolare “In caduta libera”. Il testo, pubblicato dal Mulino, è stato presentato a Roma anche dal segretario generale della Cei monsignor Mariano Crociata che ha denunciato come “particolarmente grave” il persistere dell’”evasione fiscale”: “Si tratta di sottrazione di risorse che pesano sugli onesti e diminuiscono le disponibilità di aiuto agli indigenti”. Nel Rapporto è giudizio severo sulla politiche di contrasto alla povertà messe in atto dal governo, che sono inefficaci. Dal punto di vista qualitativo viene promossa l’abolizione dell’Ici, ma viene bocciata senza appello la social card.

Secondo i dati Caritas i poveri sono aumentati nel solo primo anno della crisi, cioè nel 2007, di oltre un milione e mezzo. I poveri assoluti, cioè quelli che vivono con meno di 500 euro al mese, sono oggi tre milioni. Il potere di acquisto di operai e impiegati è diminuito di 2 euro nell’ultimo anno, mentre quello di imprenditori e liberi professionisti è aumentato di 16 mila euro. Oltre la metà delle famiglie è provata dalla crisi e vive in situazione di precarietà. Solo il 45 per cento delle famiglie non ha avuto problemi con la crisi. Di fronte a questa situazione la Caritas spiega che “piccoli ritocchi di carattere assistenzialistico non servono”. La povertà si ripercuote anche sulla natalità. Le famiglie italiane sono all’ultimo posto in Europa per fecondità su 27 Paesi. Ai centri di aiuto della Caritas bussano ogni giorno per avere soldi, vestiti e cibo oltre mille persone.

Alberto Bobbio
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Postato da micheleverona il 18/10/2010 12:28

Chi non paga le tasse, per quanto elevate (e comunque proporzionate al reddito: paga molto chi guadagna molto), commette un furto a danno, prima che dello Stato, dei più deboli. Costringe lo Stato a tagliare fondi e risorse destinate a sanità, scuole, assistenza (vera, non meramente propagandistica). Anche se per le spese militari, i G8, le cricche varie i fondi si trovano, senza far troppa pubblicità (altrimenti i comunisti si arrabbiano...). Ma se coloro che governano sono essi stessi evasori, o quando il premier giustifica "apertis verbis" l'evasione fiscale, che dire ? Solo che gli evasori ci governano. L'ovile è custodito da lupi travestiti da pastori. Punto e basta.

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