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L’abitudine ci ha sopraffatto? Siamo forse diventati ripetitori stanchi di un cristianesimo scontato e insipido, di una parola che non trafigge il cuore e non muove a conversione, di un’alternativa di vita che non affascina?». L’interrogativo proposto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha dato avvio ai lavori del simposio
"Gesù nostro contemporaneo", organizzato a Roma dal Comitato per il progetto culturale della Cei, del quale è responsabile il cardinale Camillo Ruini.
A due anni di distanza dall’incontro «Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto», questo appuntamento – che proseguirà con numerosi incontri fino a sabato – si propone, spiegano gli organizzatori, di
sottolineare l’attualità di Gesù e il suo carattere di persona viva, «portatrice di una speranza capace di orientare il cammino di un’umanità che è entrata in un tempo di grandi cambiamenti e di scelte di enorme portata».
Tracciando una linea di collegamento fra i due convegni, il cardinale Bagnasco ha spiegato infatti che «
la questione di Dio e Gesù Cristo sono dunque inestricabili, e solo senza dividere Dio da Gesù possiamo rendere presente il mistero cristiano agli uomini e alle donne del nostro tempo. In Gesù Cristo, nel cielo della storia finalmente risplende la verità di Dio: egli è apparso, si è mostrato, è uscito dalla luce inaccessibile». Come d’altra parte ha sottolineato Benedetto XVI nel messaggio ai convegnisti, «la Chiesa è contemporanea di ogni uomo... al fine di continuare l’opera di Gesù nella storia».
Fra gli altri momenti del primo pomeriggio di lavori, il docente universitario di esegesi Klaus Berger ha riflettuto sul tema "Gesù mette fine all’invisibilità di Dio", il cardinale Angelo Scola ha partecipato alla discussione a partire dal libro di papa Ratzinger su Gesù di Nazaret, il cardinale Gianfranco Ravasi ha conversato sulle rappresentazioni del corpo di Gesù, mentre il rabbino David Rosen, il biblista Romano Penna e il saggista Paolo Mieli hanno dialogato sulla Gerusalemme di ieri e di oggi.
Saverio Gaeta