27/07/2012
Per oltre due anni sono mancate le rilevazioni dei dati sugli ascolti delle radio in Italia. Dopo Audiradio, ora è Radio Monitor di Eurisko ad occuparsene. Questi i primi dati del giorno medio per le emittenti nazionali rilevati con il nuovo corso.
1. RTL 102.5 - 6654
2. Radio Deejay - 5.356
3. Radio 105 - 5.026
4. RDS - 4.719
5. Radio Rai 1 - 4.585
6. Radio Italia - 4.203
7. Radio Rai 2 - 3.188
8. Virgin Radio - 2.248
9. R101 - 2.203
10. Radio 24 - 1.903
11. Radio Kiss Kiss - 1.836
12. M2o - 1.667
13. Radio Capital - 1.579
14. Radio Maria - 1.519
15. Radio Rai 3 - 1.435
16. Radio Montecarlo - 1.270
L’economia non ha segreti per Fabio Tamburini, direttore di Radio 24. È cresciuto in mezzo a termini che fino a poco tempo fa, prima della crisi economica, erano sconosciuti a buona parte del grande pubblico. Fa colazione con lo spread e pranza con la spending review. Prima di approdare nel Gruppo Il Sole 24 Ore ha lavorato per le più prestigiose testate, tra cui Repubblica per quasi dieci anni. Dal 2010 è a capo della radio del gruppo e dal 2005 dell’Agenzia di Stampa Radiocor.
- Gli ascolti delle radio tornano dopo 2 anni e mezzo. Cosa ne pensa?
Grandi applausi. Il settore delle radio può solo trarre giovamento dal ritorno dei dati di ascolto. È importante perché dà degli elementi di conoscenza, certamente utili, sia alle radio stesse sia al mercato pubblicitario. Ben venga, quindi, la ricerca GFK Eurisko!
- L’età della radio: è un mezzo ancora giovane oggi o è per i giovani di ieri?
Le radio stanno vivendo una sorta di seconda giovinezza. Una vecchia signora che, forse, in troppi davano per sorpassata ma che, invece, sta dimostrando una straordinaria vitalità. Penso che la radio sia per tutti. Un mezzo molto più trasversale di quanto si possa ritenere, rivolto ai giovani e, contemporaneamente, a chi ha qualche anno in più.
- La quasi totalità dei deejay e conduttori è rappresentata da cinquantenni. Si può parlare di crisi generazionale?
Radio 24 ha delle peculiarità. Non è, per intenderci, una radio musicale ma di news e di programmi. Fatta questa premessa, posso dire che noi non abbiamo questi problemi. Certamente, siamo un paese in cui i giovani non hanno grandi spazi per crescere e, di conseguenza, non mi meraviglia che sia così anche tra i deejay.
- In cosa la radio vince, in cosa la radio perde?
La radio vince in immediatezza, in facilità di ascolto, in possibilità di approfondire i temi di cui si occupa e non di darne delle visioni superficiali. Mi riesce difficile immaginare un terreno su cui la radio perde. La radio è un flusso e, a volte, si fa fatica a valorizzarne dei contenuti.
- La tv è Satellitare, HD, 3D e chi più ne ha più ne metta. La radio è ancora in onda media ed FM. Non è un rischio?
La radio è certamente in onda media e FM ma, ormai, è anche on line. Ho due figli e nessuno dei due ascolta la radio attraverso i sistemi tradizionali, ma tramite computer. Questo ci fa capire che la radio è al passo con i tempi e non può prescindere da un collegamento sempre più stretto con l’on line e i social network.
- Radio e Internet: concorrenza o alleanza con Facebook, Youtube, Ipad, Social etc?
Concorrenza ma anche alleanza. Concorrenza perché la radio è chiamata a una sfida sui contenuti nei confronti dei social network come Facebook, Youtube e, aggiungerei, anche Twitter. Nello stesso tempo, le nuove tecnologie sono anche alleate della radio perché, chiariti i termini della questione, ci sono delle sinergie che vanno sviluppate. Se questo avviene, tutti ci guadagnano.
- Oggi la tv o, almeno, il video va facendosi portatile (Ipad, smartphone, etc). Un tempo era, invece, un’esclusiva della radio. Questo comporta delle conseguenze?
Credo di no perché la televisione resta un mezzo straordinariamente diverso dalla radio. È un media di massa ma ha anche una sua superficialità, quasi per definizione. Anche se il video si fa portatile non potrà mai diventare qualcosa di simile ad una radio.
- Le radio erano i social media degli anni ‘70 e ‘80. E oggi?
Possono rappresentare una realtà assolutamente sinergica con i social media di oggi. È chiaro che quando si dice social media si pensa a Facebook e a Twitter, ma le radio non sono contrapposte. Sono integrate e integrabili. Certamente in sinergia.
- Pubblicitariamente la radio è vittima della crisi o rappresenta una soluzione per le aziende?
Entrambe le cose sono vere. Anche la radio è vittima della crisi. Le difficoltà della televisione generalista hanno innescato una caccia al cliente che tende a sottrarre budget significativi alle radio, mettendole in difficoltà. È altrettanto vero che le radio possono essere una soluzione valida per le aziende perché permettono di pianificare campagne pubblicitarie con target specifici molto interessanti.
- Se non lavorasse a Radio 24 in quale altra radio vorrebbe essere?
Sono sempre stato un ascoltatore attento di Radio 3 che, certamente, sente un po’ il peso degli anni. La sfida di riportarla al passo con i tempi, dal punto di vista editoriale, sarebbe interessante. Il problema è avere ricchezza di contenuti e vincere anche la sfida con gli ascolti.
- Nel mercato dei deejay chi strapperebbe alla concorrenza?
Radio 24 non è una radio musicale e preferisco non rispondere a questa domanda.
- E tra i giornalisti?
Francamente l’ultima necessità che abbiamo, come Radio 24 e il Gruppo Il Sole 24 Ore, è arricchire il portafoglio dei giornalisti che è già molto ricco.
- Un' idea per un programma che non fate ma che vi piacerebbe fare?
Sono un viaggiatore e, per me, il viaggio ha sempre rappresentato una componente essenziale della mia vita non professionale. Radio 24 ha sperimentato dei programmi del genere ma vorrei farne uno particolarmente ben riuscito.
- Ci sarà mai spazio per la musica a Radio 24?
Lo scorso anno, secondo il principio della modica quantità, abbiamo sperimentato un programma domenicale musicale. Non l’abbiamo potuto valutare perché non c’erano le rilevazioni degli ascolti. Ritengo, comunque, che Radio 24 sia una realtà radiofonica fatta di news e di programmi e tale resterà. Questo non significa che, a ogni occasione, non coglieremo l'attimo per far sentire un pezzo di buona musica.
- Uno slogan, non per la sua radio, ma per la RADIO?
A volte non occorre inventare nulla: basta ricordare quanto già detto. Nel caso specifico ritengo che lo slogan più bello per la radio rimanga quello coniato da Eugenio Finardi, ancora di grande attualità: LA RADIO È LIBERA MA LIBERA VERAMENTE…
Monica Sala