20/07/2012
Per oltre due anni sono mancate le rilevazioni dei dati sugli ascolti delle radio in Italia. Dopo Audiradio, ora è Radio Monitor di Eurisko ad occuparsene. Questi i primi dati del giorno medio per le emittenti nazionali rilevati con il nuovo corso.
1. RTL 102.5 - 6654
2. Radio Deejay - 5.356
3. Radio 105 - 5.026
4. RDS - 4.719
5. Radio Rai 1 - 4.585
6. Radio Italia - 4.203
7. Radio Rai 2 - 3.188
8. Virgin Radio - 2.248
9. R101 - 2.203
10. Radio 24 - 1.903
11. Radio Kiss Kiss - 1.836
12. M2o - 1.667
13. Radio Capital - 1.579
14. Radio Maria - 1.519
15. Radio Rai 3 - 1.435
16. Radio Montecarlo - 1.270
Ogni settimana scopriremo insieme i Direttori delle emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia. Oggi è la volta di Guido Monti, station manager di R101.
Hit parade di Lelio Luttazzi è stato il primo programma che ha ascoltato alla radio e subito se n’è innamorato. Una vera e propria passione per la musica, diventata poi la professione della vita. Negli anni ’70 quando nascevano le prime radio commerciali lui c’era già, alle prese con i famosi piatti Technics. Ora fa il manager ma non disdegnerebbe qualche incursione in onda per rivivere l’emozione della diretta.
- Gli ascolti delle radio tornano dopo 2 anni e mezzo. Cosa ne pensa?
Sono mancati a tutti gli addetti ai lavori del settore. Credo, comunque, che questo tipo di indagine sia anacronistico perché basato, quasi esclusivamente, sulla notorietà del marchio. Questo non è positivo perché va a discapito di un’analisi puntuale dei singoli dati d’ascolto. Ora aspettiamo nuove indagini con una metodologia differente per avere modo di fare un’analisi più attendibile.
- L’età della radio: è un mezzo ancora giovane oggi o è per i giovani di ieri?
La radio è una signora affascinante che, ovviamente, ha una certa età, ma riesce a parlare in modo trasversale a più di una generazione. Ritengo, però, che la radio sia riuscita a stare al passo con i tempi e coinvolga sia i giovani di ieri che quelli di oggi. Anche se , a volte, i ragazzi preferiscono utilizzare altre tecnologie per ascoltare la musica che preferiscono.
- La quasi totalità dei deejay e conduttori è rappresentata da cinquantenni. Si può parlare di crisi generazionale?
Difficile rispondere a questa domanda perché io appartengo proprio a quella generazione di conduttori ed ex conduttori che oggi hanno circa 50 anni. Più che parlare di crisi generazionale mi sento di dire che non c’è stato un ricambio. Qualche giovane che abbia voglia di dedicarsi alla radio in maniera totalizzante, con il piacere e la passione che abbiamo messo tutti noi quando abbiamo iniziato, in giro c’è sicuramente. Esiste un sottobosco di giovani conduttori nelle radio locali che ritengo molto interessante. Non è facile, però, attingere da queste realtà più piccole perché i network tendono a non rischiare più e preferiscono lavorare con professionisti che hanno una certa età ma che offrono immediatamente delle garanzie.
- In cosa la radio vince, in cosa la radio perde?
La radio vince nell’immediatezza, nella velocità, nella trasportabilità, nell’attivazione di una fantasia che appartiene ad ognuno di noi. Mi piace dire che la radio è un mezzo che parla a tutti, ma personalmente. La radio vince perché si defila. Non ha bisogno di tutta la tua attenzione e ti permette di fare anche altro mentre l’ascolti. Lascia la possibilità alle persone di immaginare mondi che solo la radio sa evocare. Onestamente, invece, non ho ancora visto la radio perdere…
- La tv è Satellitare, HD, 3D e chi più ne ha più ne metta. La radio è ancora in onda media ed FM. Non è un rischio?
No, non credo sia un rischio. Ci sono vari devices su cui si può ascoltare la radio. Il più immediato è il cellulare. Basta un’applicazione e puoi sentire tutte le stazioni che vuoi. La facilità di ascolto di una radio è data anche dallo sviluppo delle tecnologie.
- Radio e Internet: concorrenza o alleanza con Facebook, Youtube, Ipad, Social etc?
Entrambe le cose. Concorrenza ed alleanza. La radio utilizza i social
media perché rappresentano un ulteriore aiuto per poter interagire con
gli ascoltatori. Nello stesso tempo, la concorrenza è sempre più
agguerrita e l’ascoltatore sempre più distratto da mille proposte.
- Oggi la tv o, almeno, il video va facendosi PORTATILE (Ipad,
smartphone, etc). Un tempo era, invece, un’esclusiva della radio. Questo
comporta delle conseguenze?
Non credo. Se guardi un video la tua attenzione deve essere totale.
Mentre se ascolti la radio puoi scrivere, stirare, fare quello che vuoi.
-Le radio erano i social media degli anni ‘70 e ‘80. E oggi?
Oggi le radio utilizzano i social media, una volta lo erano. Sono
diventate un’estensione di un brand. Si è creato un fenomeno di
connessione stretta tra il mezzo e l’ascoltatore che ha la possibilità
di poter accedere al mondo delle radio attraverso immagini, messaggi,
così come accade sui social media.
- Pubblicitariamente la radio è vittima della crisi o rappresenta una soluzione per le aziende?
La crisi ha colpito tutti, inevitabilmente. Com’è noto, a livello di
mercato, il calo della pubblicità è stato del 4% nel primo trimestre
dell’anno (Osservatorio Fcp-Assoradio). Ma il mezzo radio rappresenta
per i clienti un’opportunità. È un concetto molto semplice. Se viene
utilizzata per comunicare con costanza e con frequenza produce degli
ottimi risultati e soprattutto con dei prezzi relativamente bassi. Per
cui è una soluzione che in un momento di crisi molte aziende dovrebbero
adottare. Questo non vuol dire non pianificarla anche sugli altri
mezzi.
- Se non lavorasse a R101 in quale altra radio vorrebbe essere?
Potrei fare un lungo elenco. Ho avuto la fortuna di lavorare per quasi
tutti i grandi network. Radio 105, Rtl 102.5, Radio Dimensione Suono.
Ora sono a R101 e sono molto contento. Come si suole dire l’ultimo
figlio è sempre quello più coccolato… In ognuna di queste emittenti,
comunque, ho lasciato un po’ del mio cuore. Pur essendo un
professionista quando lavoro ci metto sempre anche tanta passione e
cuore. Se ti dovessi dire vorrei lavorare lì, farei un torto a quel
pezzettino di me che ho lasciato nei posti in cui ho lavorato.
- Nel mercato dei deejay chi strapperebbe alla concorrenza?
Ne cito uno per tutti: Fiorello, un grandissimo mattatore. E’ un personaggio che è nato dalla radio ed è diventato poi un televisivo.
Altri nomi non li posso fare. Anche perché con qualcuno, magari, c’è qualche trattativa in corso…
- Un'idea per un programma che non fate ma che vi piacerebbe fare?
Mi piacerebbero molto dei live con un ensemble di personaggi. Una enorme
jam session di musica dal vivo con artisti che si esibiscono uno dopo
l’altro in versioni rigorosamente dal vivo con cover di pezzi classici :
da Michael Jackson ai Rolling Stones; dai Led Zeppelin a Donna Summer.
Tutti gli artisti che, in pratica, hanno caratterizzato la nostra vita
musicale.
- Uno slogan, non per la sua radio, ma per LA RADIO?
Il grande amore per la radio mi fa dire semplicemente: VIVA LA RADIO PERCHE’ LA RADIO E’ SEMPRE VIVA!
Monica Sala