13/07/2012
Per oltre due anni sono mancate le rilevazioni dei dati sugli ascolti delle radio in Italia. Dopo Audiradio, ora è Radio Monitor di GFK Eurisko ad occuparsene. Questi i primi dati del giorno medio per le emittenti nazionali rilevati con il nuovo corso.
1. RTL 102.5 - 6.654
2. Radio Deejay - 5.356
3. Radio 105 - 5.026
4. RDS - 4.719
5. Radio Rai 1 - 4.585
6. Radio Italia - 4.203
7. Radio Rai 2 - 3.188
8. Virgin Radio - 2.248
9. R101 - 2.203
10. Radio 24 - 1.903
11. Radio Kiss Kiss - 1.836
12. M2o - 1.667
13. Radio Capital - 1.579
14. Radio Maria - 1.519
15. Radio Rai 3 - 1.435
16. Radio Montecarlo - 1.270
Ogni settimana scopriremo insieme i Direttori delle emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia. Oggi è la volta di Angelo Colciago de Robertis, capo di Radio 105.
Angelo Colciago de Robertis.
E poi dicono che non ci sono più le bandiere. Ieri c'era Franco Baresi,
oggi Angelo Colciago de Robertis. Quest’anno ha compiuto 50 anni e gli
ultimi 31 li ha trascorsi a Radio 105. L'accostamento a grandi
calciatori potrebbe sembrare estremo ma del resto lui stesso si è sempre
definito un mediano dell'etere. Un esempio, comunque, per tutti quei
ragazzi che vogliono tutto e subito. Angelo oggi è un manager ma non è
sempre stato sempre così. Ha iniziato dalla gavetta facendo tanti
sacrifici.
- Gli ascolti delle radio tornano a essere rilevati dopo 2 anni e mezzo.
Cosa ne pensa?
"E’ stato un po’ come camminare nel buio, navigare senza
una direzione. Il lavoro fatto da GFK Eurisco, la società incaricata
delle nuove rilevazioni dopo Audiradio, è stato buono a mio giudizio.
Spero sia l’inizio di un ciclo di indagini che ci permettano di fare
anche dei confronti, di analizzare i dati su un termine più lungo per
tornare ad avere un monitoraggio costante degli ascolti".
- Le età della
radio: è un mezzo ancora giovane oggi o è per i giovani di ieri?
"La
radio non ha età. E’ semplicemente un elettrodomestico vicino alla gente
ed è insostituibile, per certi versi. Non ti costringe a smettere di
fare quello che stai facendo. Puoi tranquillamente guidare, lavorare e
così via. È uno strumento che parla al tuo cuore, alla tua coscienza e
ti diventa amico. Ovviamente, ogni format si rivolge al pubblico di
riferimento. Interagisce con le nuove tecnologie, con i new media".
- La
quasi totalità dei deejay e conduttori è rappresentata da cinquantenni.
Si può parlare di crisi generazionale?
"Non si può parlare di crisi
generazionale perché questi cinquantenni non sono la maggioranza dei deejay.
Sicuramente, i più rappresentativi non sono più giovanissimi perché
l’esperienza fa la differenza. Ci sono, comunque, delle nuove leve che
saranno i cinquantenni di domani. Al giorno d’oggi è più difficile generare
dei fenomeni che siano radiofonici, televisivi o musicali. I tempi che
viviamo non ti consegnano molto tempo per diventare qualcuno, come
succedeva all’inizio del progetto radio. E’ Internet a fare la
differenza in termini di comunicazione e aiuta a far diventare dei
personaggi anche i radiofonici. Nel programma lo Zoo, per esempio,
abbiamo Maccio Capatonda che nasce dalla tv e dai video su Internet.
Anche Willwoosh, personaggio di punta di Radio Deejay, nasce sulla rete e
poi è diventato radiofonico. I cinquantenni speriamo che resistano ancora 10,
15 anni perché, tra l’ altro, sono la categoria che mi riguarda anche
se io ad un certo punto ho deciso di fare il manager e ho smesso di fare
l’artista. Ma possiamo stare tranquilli, le nuove leve ci sono e
faranno la differenza in tempi brevi".
- In cosa la radio vince, in cosa
la radio perde?
"La radio vince nel contatto con il pubblico,
nell’immediatezza, nella spontaneità, nella condivisione immediata in
termini di notizie, di mode, di emozione. Perde in termini di
tecnologia. Non è considerata come dovrebbe dalle istituzioni. Mi
spiego meglio. Non esistono come all’estero delle situazioni che
favoriscono ed aiutano questo settore. Siamo rimasti due anni senza
indagini e nessuno si è posto il problema. Per avere una copertura degna
è sempre molto difficoltoso, anche se stiamo parlando di realtà che da
20,30,40 anni sono al servizio di un pubblico e dovrebbero essere un
patrimonio anche per la Nazione. La radio, secondo me, è considerata la
sorella più brutta e più piccola della televisione. A differenza di
Internet, che si diffonde molto più facilmente, la radio ha bisogno di
tecnologie che hanno costi importanti da sostenere. Auspico anche per la
radio dei cambiamenti come è avvenuto con il digitale per le tv e che
queste tecnologie possano aiutare sempre di più la diffusione della
radio".
- La tv è satellitare, HD, 3D e chi più ne ha più ne metta. La
radio è ancora onda media ed FM. Non è un rischio?
"E’ il discorso che
facevo prima. Questo è il punto che mette le radio nelle condizioni di
fare sempre più fatica ad esistere. Le tecnologie ci sono. Negli Usa ci
sono la pay-radio, le radio digitali, il Dab. Se si introducessero tutte
queste innovazioni anche in Italia, ne trarrebbe un beneficio enorme il
mezzo radio e l’intero settore".
- Radio e Internet: concorrenza o
alleanza con Facebook, Youtube, Ipad, Social ecc.?
"La radio, più di ogni
altro media, continua ad essere in sintonia perfetta con quello che
appartiene alla rete, a differenza dei giornali che, invece, devono
riproporsi on line. Questa “fratellanza” con i social network e con le
nuove tecnologie mancava alle radio ed è diventata un’alleanza
indispensabile".
- Oggi la tv o, almeno, il video va facendosi portatile
(Ipad, Smartphone, etc). Un tempo questo era un’ esclusiva della
radio. Quali sono state le conseguenze?
"Grazie ai passi avanti della
tecnologia, la radio ora ha anche la possibilità di farsi vedere e
andare in tv. Tutti i siti delle radio sono diventati contenitori di
video. Quando un marchio è famoso ed è anche raggiungibile on line è, in
un qualche modo, sinonimo di garanzia. Un brand importante radiofonico
messo sulla rete e condiviso con un pubblico che frequenta le nuove
tecnologie crea un altro importante punto di contatto con gli
ascoltatori".
- Le Radio erano i social media degli anni ‘70 e ‘80. E
oggi?
"E’ necessario sapersi contestualizzare in un mondo che è cambiato
e che ha portato i nuovi social media, ma la radio ha sempre il suo
spazio".
- Pubblicitariamente la radio è vittima della crisi o rappresenta
una soluzione per le aziende?
"Credo che la radio sia uno strumento
insostituibile anche per la pubblicità perché si può individuare il
target di riferimento cui ci si vuole rivolgere. La radio, da sempre, ha
preparato il terreno alle campagne televisive. Molto spesso si
pianifica la pubblicità in radio e solo dopo in tv".
- Se non lavorasse a
Radio 105 in quale altra radio vorrebbe essere?
"Mi piacerebbe girarle
tutte. Chi fa questo mestiere vorrebbe confrontarsi con esperienze nuove
e sempre diverse. Dopo 31 anni a Radio 105 qualsiasi radio sarebbe una
scommessa molto invitante. Ma credo che non ci potrebbe essere una radio
migliore di quella in cui sono. Siamo diventati grandi insieme e per
grandi intendo anche in termini di numeri. Ho avuto una crescita
professionale parallela alla crescita degli ascolti. È un amore, ancora
oggi, troppo forte per pensare di tradirlo da qualche altra parte. Se
proprio dovessi fare una nuova esperienza, la farei a Virgin Radio o su
una radio di informazione perché non mi sono mai confrontato con questo
genere e sarebbe una grande scommessa".
- Nel mercato dei deejay chi
strapperebbe alla concorrenza?
"La risposta è molto semplice.
Sicuramente Fiorello, il più richiesto in assoluto. In realtà, sembra
voglia aprire una situazione radiofonica tutta sua. Mi piacciono anche
Fabio Volo e Nicola Savino. Per il tipo di radio che facciamo non vedo
altre grandi figure. Ci sono dei personaggi che fanno la differenza lì
dove sono ma a Radio 105 non funzionerebbero".
- Un' idea per un
programma che non fate ma che vi piacerebbe fare?
"Nella radio in cui mi
trovo tutto quello che pensavamo fosse valido l’abbiamo fatto, per
fortuna. Mi piacerebbe, però, realizzare un programma itinerante in
tutto il mondo per far conoscere la radio ovunque. Esperimento che
abbiamo in parte fatto grazie alle nostre sedi di NewYork e Miami e a
dei collegamenti dalle Hawaii con le Kris & Kris, ma senza andare
oltre. Secondo me, ci hanno pensato in molti ma nessuno l’ha ancora
fatto veramente. Un bel giro del mondo, Radio 105 All In The World. È un
sogno…".
- Uno slogan non per la sua radio ma per la radio?
"Ce l’ho uno
slogan ma non posso dirlo perché un giorno potrei averne bisogno per la
mia… Lo slogan che mi viene, invece, dal cuore per tutto l’amore che ho
per questa professione potrebbe essere : Forever Young, per sempre giovane".
Monica Sala