24/04/2010
L’Unesco lo protegge, ogni 23 aprile, con una Giornata mondiale, come si fa con i patrimoni preziosi e rari. È un monumento di parole e (finché dura) di carta, deperibile, biodegradabile, eppure estremamente resistente: nella forma che ha oggi resiste da 600 anni, in altre forme da quando esistiamo noi, quasi.
Ha sedi disparate e variabili: tasche, borse, scaffali, bagni, letti, aeroporti, treni, panchine, cuori... Ultimamente in forma apparentemente volatile, sicuramente compatta, abita anche i nostri computer, ma non abbiamo trovato ancora il modo di conviverci bene. Provate, se vi riesce, a fare le orecchie alle pagine di un’e-book.
Per chi non l’avesse ancora capito il monumento da salvare il 23 aprile si chiama libro.
Hanno scelto la data di San Giorgio, anzi Sant Jordi, perché in Catalogna, per la festa del patrono, gli innamorati si scambiano libri e rose. È il giorno in cui se ne sono andati, per un curioso incrocio di destini, William Shakespeare e Miguel de Cervantes. Hanno scritto castelli di carta che vivranno per sempre, anche quando la carta non si userà più.
Ma i giovani li leggeranno o faranno i fermaporte? Ve lo dirà un'inchiesta sul n°19 di Famiglia Cristiana
Dossier a cura di Elisa Chiari