21/01/2013
Vincenzo Consolo è scomparso un anno fa (Agf).
Consolo non era soltanto il celebre scrittore conosciuto in tutto il mondo, ma anche un acuto cronista giudiziario e un raffinato giornalista della Terza pagina. Dalla sua brillante penna non nacquero soltanto romanzi di successo come Retablo, Lo Spasimo di Palermo, L’olivo e l’olivastro, I sorrisi dell’ignoto marinaio, Le pietre di Pantalica, ma anche numerosi elzeviri, resoconti giudiziari, reportage e commenti.
Ad un anno esatto dalla sua morte, lo scrittore siciliano sarà ricordato con l’attesa pubblicazione dei suoi principali articoli. Dal 24 gennaio, infatti, sugli scaffali delle librerie si troverà il volume di Vincenzo Consolo Esercizi di cronaca (pubblicato dalla casa editrice Sellerio).
Nato nel 1933, a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina, all’età di 30 anni Consolo si trasferì a Milano, dove intraprese l’attività giornalistica, collaborando con la pagina culturale del quotidiano L’Ora di Palermo, diretto all’epoca da Vittorio Nisticò. Nei suoi primi anni milanesi, Consolo si occupò di presentazioni editoriali, dibattiti e tematiche sociali. Alla fine degli anni Sessanta, i suoi articoli descrissero le storie degli immigrati meridionali residenti a Quarto Oggiaro, la vita mondana dei locali notturni milanesi e alcuni episodi di cronaca nella “Milano a mano armata”, come un omicidio nei pressi della rinomata discoteca Derby.
Consolo si occupò anche delle opere di Leonardo Sciascia e di Federico De Roberto, degli spettacoli di Jannacci e delle mostre di Renato Guttuso. Nei suoi articoli furono evocati noti personaggi dell’epoca, dal poeta Lucio Piccolo al reporter Cesare Zavattini, dal primo presidente della Commissione parlamentare antimafia Donato Pafundi allo scrittore Michele Pantaleone.
Il volume pubblicato da Sellerio.
Alla metà degli anni Settanta, Consolo tornò in Sicilia e, sempre per il
quotidiano L’Ora, descrisse importanti eventi dell’epoca, dalla
ricostruzione delle zone terremotate del Belice al sequestro
dell’imprenditore Luigi Corleo (discendente del celebre filosofo Simone
Corleo e parente acquisito dei potenti e discussi esattori Salvo di
Salemi).
In particolare, Consolo seguì - con quotidiani resoconti giudiziari -
il processo contro il cosiddetto “Mostro di Marsala”, cioè il
personaggio accusato per il sequestro di tre bambine siciliane, avvenuto
in provincia di Trapani nell’autunno del 1971. Il taglio degli articoli
su tale vicenda non era meramente tecnico e cronachistico, ma letterario e narrativo.
I lettori del quotidiano L’Ora furono affascinati dal suo ritratto della
città di Trapani, sede del processo: “Trapani ha l’aspetto e la fragile
trasparenza di una città lagunare, allungata com’è su una lingua di
terra in mezzo al mare e con tutti gli specchi d’acqua delle saline
alle sue spalle. Ha una luce tagliente che solo le numerose palme e le
volte dei suoi palazzi barocchi riescono a modulare e mitigare. Una
città bella, comunque. La più bella della Sicilia secondo lo scrittore
Fernandez. Una città chiara e ventosa”.
Di enorme impatto letterario anche la descrizione del processo: “Si ha
la sensazione di sentire un racconto di Poe o di altro narratore noir, o
il racconto lontano dei misfatti di Gilles de Rais. Si prova cioè la
sensazione di una separazione tra i fatti e le parole, ed è sempre così
quando i fatti vengono assunti dalle parole, vengono narrati o
rappresentati”.
Negli anni siciliani, tra un articolo sui dipendenti regionali e un
reportage sulle terre devastate dal sisma, Consolo si dedicò anche agli
ultimi ritocchi per il suo primo capolavoro, frutto di accurato e lungo
impegno: Il Sorriso dell’ignoto marinaio, pubblicato dalla casa
Editrice Einaudi nel 1976.
Pietro Scaglione