Se 007 spia l'impiegato

Un giro d'affari in crescendo, per le investigazioni private, dopo che le aziende hanno deciso di tenere d'occhio i fannulloni. Un settore dove le donne sono ancora poche.

Quelli che timbrano e se ne vanno

21/06/2010
Le aziende hanno scelto la linea dura contro gli assenteisti.
Le aziende hanno scelto la linea dura contro gli assenteisti.

Sarà che la linea del ministro Brunetta ha attecchito anche tra i giudici della Cassazione. Sta di fatto che la sentenza nr. 44912 del dicembre 2008 non lascia spazio a dubbi. I funzionari comunali, scrivono gli ermellini, devono rispettare l’orario di lavoro anche se svolgono mansioni da dirigente. Non solo: possono essere pedinati da un investigatore privato e se questo accerta che timbrano ed escono per lavorare altrove rischiano una condanna per truffa. Se il sindaco è compiacente e non controlla compie, a sua volta, un reato.

     Linea dura dunque contro i dipendenti pubblici che dopo aver timbrato il cartellino vanno a fare il secondo lavoro o corrono al supermercato per fare la spesa. La sentenza riguardava un funzionario del comune di Novoli, in provincia di Lecce, il quale timbrava il cartellino e poi usciva per recarsi al negozio della figlia. Il tribunale pugliese lo condanna a sei mesi di reclusione e 200 euro di multa per truffa. Due anni dopo anche la Corte d’appello è dello stesso parere e conferma la sentenza. L’uomo però non ci sta e fa ricorso in Cassazione, adducendo due motivazioni. La prima che lui non andava a lavorare ma che l’esercizio commerciale era di proprietà della figlia. E poi che, di fatto, lui svolgeva compiti di un dirigente e in quanto tale aveva diritto a una maggiore flessibilità di orario.

    La seconda sezione penale però ha bocciato il ricorso respingendo entrambi i motivi. Sul primo fronte, ha sottolineato che non era importante, ai fini di una condanna, che il funzionario lavorasse altrove. Era sufficiente che avesse tratto in inganno l’ente per cui lavorava timbrando il cartellino e poi di fatto assentandosi dal posto di lavoro. Tradotto: anche se non hai il doppio lavoro, timbrare e andarsene non si può. Sul secondo motivo, la Corte è stata altrettanto inflessibile: a maggior ragione, essendo dirigente, «l’uomo era tenuto a rispettare l’orario di lavoro prestabilito». Al dipendente che nel ricorso affermava che l’amministrazione comunale e il sindaco erano perfettamente a conoscenza delle sue assenze, la Cassazione ha risposto che «la pubblica amministrazione in questo caso il comune e che i rappresentanti di un ente pubblico non potrebbero autorizzare o accettare passivamente un comportamento illecito del proprio dipendente. Quindi se avessero saputo della truffa commessa e non avessero agito avrebbero commesso a loro volta un reato».

    Forte di questa sentenza dunque, non solo le aziende private ma anche gli enti pubblici arruolano sempre più spesso detective privati per mettersi alle calcagna dei dipendenti fannulloni. E si scoprono delle belle: c’è il giardiniere di un ente pubblico che con l’attrezzatura dell’ufficio curava i giardini altrove durante l’orario di lavoro; il sindacalista in permesso sindacale che anziché andare in assemblea preferiva una scampagnata con l’amante. Fino a qualche dipendente «pizzicata» presso il cartomante di fiducia dopo aver timbrato…

Antonio Sanfrancesco
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