Speciale sposi - Il viaggio più bello

Questa è la stagione più bella per sposarsi. Per chi deve programmare le nozze, in questo servizio i consigli per la scelta del viaggio più bello da fare in due.

Sportivi e affiatati

20/05/2011

L’attività sportiva in due cementa l’affiatamento tra novelli coniugi? «Sì, soprattutto se praticata in coppia e non uno contro l’altro, perché il confronto può sempre innescare una non voluta competitività», afferma il medico dello sport Stefano Respizzi dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano. «Poi l’atmosfera deve essere invogliante e rilassante, così da convincere anche i più restii a muoversi. A queste condizioni, ben venga dunque lo sport anche in viaggio di nozze, se il luogo in cui si trascorre la luna di miele lo consente». 

     «Importante è insomma non strafare», puntualizza l'esperto, «ma cercare di divertirsi insieme, con giocosa complicità, senza pretendere troppo dal proprio fisico, specie se poco allenato».

POKER DA PROVARE 

Queste le quattro proposte dello specialista, due specifiche per il mare e due buone in ogni dove, con un occhio di riguardo pure ai benefici psicofisici e al basso rischio di farsi male. L’attrezzatura richiesta è noleggiabile senza problemi, se non messa a disposizione gratis da hotel, resort, villaggi.

* Canoa-kayak. D’obbligo un’imbarcazione a due posti di tipo aperto per evitare di finire sott’acqua in caso di ribaltamento, e saper nuotare. Impugnare la pagaia in acque calme e con poco vento è un’impresa accessibile: imparare a salire e a scendere dal mezzo e a pagaiare non richiede più di mezz’ora, più impegnativo coordinare i movimenti per procedere con stile e maggiore efficacia. Andare in canoa mette in movimento quasi tutta la muscolatura, anche quella delle gambe che devono assicurare il giusto assetto del corpo, e stimola adeguatamente il cuore e i polmoni.

* Snorkeling. Alla scoperta del mondo sommerso galleggiando a pelo d’acqua mano nella mano, muniti solo di pinne,  maschera, boccaglio e tanta curiosità. Questo è lo snorkeling, termine che deriva dalla parola inglese snorkel (presa d’aria): un’attività sportiva non pericolosa, praticabile da chiunque abbia una sana e normale costituzione fisica. Non è necessario saper nuotare come atleti olimpionici. Ciò che conta è una discreta capacità di galleggiamento e un buon controllo della respirazione, così da pinneggiare per lunghi tratti.

* Ciclismo. Meglio il tandem se c’è. Pedalare migliora la salute del corpo, facilita il relax e il dialogo. Aiuta a mantenere in buona salute il cuore, accresce la capacità respiratoria, conferisce scioltezza alle articolazioni ed elasticità ai legamenti delle gambe. Andare in bici incrementa l’afflusso del sangue negli arti inferiori, con ciò favorendo il drenaggio dei liquidi nei tessuti congestionati. L’azione drenante si verifica pure nelle aree colpite dalla cellulite, ma la bici da sola non elimina il problema.

* Walking. La camminata veloce o walking, come l’hanno chiamata gli americani, mantiene vitale il cuore, potenzia la respirazione e dà sprint a quasi tutta la muscolatura, rassodando in particolare quella degli arti inferiori, dei glutei, del girovita, delle braccia e delle spalle. E consente di parlarsi senza affanno. Camminare a passo svelto non è difficile perché si tratta, in sostanza, di mettere un piede davanti all’altro procedendo al ritmo più congeniale alle proprie capacità. Si può fare sull’asfalto, sull’erba o sulla battigia,  lungo i vialetti di un parco o un sentiero campestre, purché il terreno non sia accidentato.

QUEI DOLORETTI DEL GIORNO DOPO

 Indolenzimenti, tensioni muscolari, piccole fitte alle articolazioni. Sintomi che, in genere, sono il segnale dei mini-shock patiti dai tessuti per lo sforzo sostenuto. Compaiono di solito il giorno dopo l’attività sportiva e tendono a svanire in un paio di giorni: ciò significa che le fibre muscolari e articolari interessate hanno raggiunto un nuovo equilibrio e sono in grado, di lì in poi, di sostenere l’impegno al quale non erano abituate. «Si tratta dunque di dolenzie buone, fisiologicamente positive», commenta il dottor Respizzi, «perché rappresentano il limite della performance personale. Tuttavia, se dovessero persistere e farsi più intense, potrebbe voler dire che si è tirata troppo la corda: in tal caso, è consigliabile rivolgersi a un medico».

PRONTO SOCCORSO SUL CAMPO 

Se capitasse di prendere una botta o una storta, il rimedio è racchiuso in cinque lettere: RICE. E’ un acronimo coniato dagli americani, che significa Rest (riposo), Ice (ghiaccio), Compression (compressione), Elevation (elevazione): una pratica di pronto intervento sul campo, spesso sottovalutata o ignota, che può risultare risolutiva, a condizione che venga messa in atto con tempestività.

     «L’accortezza», precisa il medico dello sport, «di applicare del ghiaccio, l’antidolorifico naturale per eccellenza, per una ventina di minuti a intervalli di un’ora subito dopo l’infortunio e un paio di volte nei due giorni successivi, di comprimere con una fasciatura elastica il muscolo o l’articolazione colpita, di tenere elevata la parte che ha subito il trauma, in modo da favorire il deflusso del sangue, di stare a riposo, evita che si verifichino versamenti di notevoli dimensioni, limita il gonfiore e riduce il rischio che si instauri un processo infiammatorio. Con ciò accorciando notevolmente il tempo necessario per guarire». E di continuare felicemente la luna di miele.

Maurizio Bianchi
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