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L'esempio di Terzani: quando il tutto è troppo
Tiziano Terzani.
L’uscita imminente di un film dedicato a Tiziano Terzani ci offre l’occasione per una riflessione sulle decisioni che accompagnano la fine della vita. Il film, interpretato dall’attore tedesco Bruno Ganz, ha lo stesso titolo dell’ultimo libro di Terzani: La fine è il mio inizio. Quando il cancro per cui era stato curato ha avuto una recidiva, il celebre giornalista scelse di non ripercorrere la via delle terapie che pur avevano portato a una remissione della malattia; decise piuttosto di passare quanto gli restava ancora da vivere nel “buon ritiro” della sua casa sull’Appennino. Le terapie palliative e la cura del dolore gli assicurarono ancora dei mesi di vita accettabile, che trascorse con i suoi cari.
In particolare ripercorrendo con il figlio Folco il lungo percorso che lo aveva portato in Estremo Oriente come testimone di guerre, rivoluzioni, cambiamenti epocali. Facendo il bilancio della sua vita, dava anche una forma spirituale alla sua morte. Non è un caso che Tiziano Terzani abbia assunto per tanti lettori dei suoi libri un ruolo di maestro. Il suo libro Un altro giro di giostra continua a essere, dopo anni, un best seller. Il suo insegnamento è tanto più convincente, in quanto Terzani non vuol catechizzare nessuno: presenta serenamente il proprio percorso della malattia, ragionando sulle scelte che l’hanno guidato. Tra queste spicca la decisione di mettere dei limiti a quanto la medicina sarebbe stata in grado di fare per lui.
“Si è fatto tutto il possibile”: con questa frase i familiari spesso si consolano per la perdita del loro congiunto. Ma ci sono persone – e Terzani occupa un posto in prima fila – per le quali il tutto è troppo. Perché il disegno della propria vita non sia snaturato, decidono di orientarsi verso quel “meno che contiene il più” (less is more, dicono gli iglesi). Decidere la giusta misura, tra il troppo e il troppo poco, è la saggezza di cui le anime grandi sanno dar prova. E’ la saggezza che può essere richiesta a ciascuno di noi.
Pubblicato il 24 marzo 2011 - Commenti (0)