11/06/2012
La Sisa offre una settimana di viste gratuite per la prevenzione del colesterolo (questa foto e copertina: Corbis).
Dodici milioni di italiani hanno valori alti, e metà di loro non lo sa.
Gli uomini sono più a rischio delle donne.
Il livello del colesterolo conta quasi il doppio di quello dell'ipertensione arteriosa, quando si quantifica il rischio di eventi cardiovascolari, specie nei giovani.
E' importante scegliere bene quello che si mangia.
Durante le vacanze attenzione alle differenze tra crostacei e molluschi
Esami del sangue disponibili in 21 centri, piazze e centri commerciali di 15 regioni.
Gli specialisti per due settimane rispondono alle domande dei cittadini via mail attraverso i siti della società scientifica.
Sabato 16 giugno 2012 si celebra la Prima Giornata Nazionale del Colesterolo, promossa da SISA, Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi, in collaborazione con la Croce Rossa e la Società Italiana di Medicina Generale.
Il professor Andrea Mezzetti, Direttore del Centro di ricerca clinica dell'Università G.D' Annunzio di Chieti-Pescara e presidente SISA, spiega che l'iniziativa, che prevede visite gratuite in tutta Italia, nasce con l' obiettivo di rendere consapevoli gli italiani del ruolo della componente genetica nell' ipercolesterolemia, che interessa circa mezzo milione di persone.
"Nelle forme più gravi, infatti, valori alti spesso si manifestano già nelle prime decadi di vita. E' quindi molto importante eseguire controlli fin da giovani, già a partire dai 20 anni, e ripeterli almeno ogni 5 anni. C'è poi la forma poligenica comune, in cui i fattori ambientali, l'alimentazione soprattutto, agiscono in presenza di fattori genetici predisponenti, aumentando i livellidi colesterolo: questa forma, per fortunameno grave, potrebbe interessare circa 1milione e 200mila italiani".
La visita gratuita in pratica
In occasione della Prima Giornata Nazionale del Colesterolo sono in programma visite gratuite in 21 centri, piazze e centri commerciali di 15 regioni italiane.
Prevedono inizialmente la compilazione di un questionario che verte sullo stile di vita, l’assunzione di farmaci oltre che sulla conoscenza di un' eventuale familiarità della patologia, utile a fornire una prima indicazione del rischio cardiovascolare globale.
A seguire, viene eseguito un prelievo di sangue (capillare) per la misurazione dei livelli di colesterolo, glicemia, trigliceridi e viene fatta una misurazione della circonferenza vita.
Al termine della visita, al cittadino verrà consegnato un talloncino con i risultati delle analisi e i consigli degli specialisti su ulteriori eventuali esami di approfondimento.
Da lunedì 11 a venerdì 22 giugno, informazioni per tutti
La SISA, Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi, mette a disposizione – la settimana precedente e quella successiva all’iniziativa – un servizio di informazioni via mail attraverso cui i cittadini possono formulare domande agli specialisti.
Ecco i siti di riferimento:
www.preveniamo.it
www.sisa.it
Giovani e infarto: colesterolo alto molto più rischioso dell’ipertensione arteriosa
Il colesterolo alto, quindi, è un male silente, che non dà sintomi ma che non va trascurato: con il passare degli anni può comportare la formazione di “placche” che ostruiscono le arterie e aumentano, insieme ad altri fattori, il rischio cardiovascolare. “Le persone considerano erroneamente i livelli alti di colesterolo come un fattore di rischio meno pericoloso rispetto ad altri fattori” – continua il professor Mezzetti - “In realtà, il colesterolo alto, specie nei giovani pesa circa il doppio rispetto all’ipertensione arteriosa nella valutazione del rischio cardiovascolare globale, cioè sulla possibilità che si verifichi un infarto”.
Diffusione dell’ipercolesterolemia familiare: gli uomini i più colpiti
In Italia, ad oggi, si stima che siano 12 milioni i cittadini con livelli di colesterolo elevato (1 ogni 5): il numero di soggetti affetti da dislipidemie genetiche propriamente dette (ipercolesterolemia monogenica e combinata) supera i 500.000 ma se comprendiamo anche la poligenica comune la cifra è molto più alta (circa 1 soggetto ogni 50 potrebbe essere interessato). L’Iperlipidemia Familiare combinata è piuttosto comune (1 soggetto ogni 100-200), altre forme sono più rare, come l’Abetalipoproteinemia, di cui si contano circa 50-100 malati nel nostro Paese.
Fino all'età fertile la donna è “protetta” dal suo equilibrio ormonale, poi, con la menopausa, acquisisce un rischio simile al maschio. Tuttavia, lo stile di vita non corretto (fumo, vita sedentaria, obesità) predispone all’insorgenza di altri fattori di rischio (ipertensione, diabete) che tutti insieme aumentano il rischio di avere un evento precoce anche nella donna, evenienza oggi sempre più comune.
L’ipercolesterolemia non dà sintomi. Nel tempo può dare invece i segni del danno d’organo subclinico, ad es.: formazione di placche ateromatose a livello carotideo o femorale (con conseguenti soffi all’auscultazione e affaticamento e dolore che insorgono durante il cammino) o a livello coronarico (con conseguente angina o addirittura infarto se l’ostruzione dell’arteria diventa molto grave).
Non esiste una correlazione diretta tra livelli di colesterolemia (che variano significativamente nel tempo) e grado di ostruzione delle arterie, ma è importante sottolineare che più è alto il colesterolo (e/o più fattori di rischio sono presenti) tanto più rapida può essere l'evoluzione della malattia.
La tavola in vacanza: sì agli scampi, no ad aragoste e gamberi
È noto che per contenere i livelli di colesterolo bisogna scegliere alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura e preferire il pesce. Non tutti sanno, invece, che i maggiori “nemici” della nostra tavola sono le aragoste ed i gamberi, cibi con contenuto di colesterolo molto elevato, mentre i loro “cugini”, gli astici e gli scampi, sono meno dannosi. Ma il record di concentrato di colesterolo appartiene ai calamari, rispetto ai quali è meglio preferire le seppie che ne contengono meno della metà. E anche tra cozze e vongole è facile scegliere: le seconde sono molto meno dannose. Tra i pesci, infine, sono più grassi e ad elevato contenuto di colesterolo quelli di fondo, come la cernia, rispetto ad esempio al dentice, tra i più salutari.
Emilia Patruno