Riconoscere il dolore del diventare grandi

Proteggere senza ansia aiuta i ragazzi a camminare sulle strade del riconoscimento del proprio sé.

Una funzione dissuasiva

14/03/2011

La testimonianza dei ragazzini astinenti ci sembra documenti l’importanza di riuscire a svolgere una funzione dissuasiva nei confronti dei comportamenti a rischio non mediante la paura dell’eventuale castigo ma col ricordo della relazione che si attiva proprio quando si tratta di decidere quanti rischi è necessario accollarsi se si vuole crescere ed emanciparsi. Ci sembra interessante lavorare sull’ipotesi che con i ragazzi che crescono nel contesto socioculturale attuale la presenza protettiva del padre non si faccia sentire più col vocione interiore del vecchio “Super Io” che dissuade attraverso la minaccia di castighi, ma mediante la voce sobria e serena del “nuovo padre” che funziona più come protesi del “Vero Sé” del ragazzo che come istanza superiore, ricordandogli chi veramente è, da dove viene, con chi ha una relazione importante, quali sono i suoi valori e la sua più profonda verità affettiva nei confronti della quale sarebbe giusto che mantenesse saldo il vincolo etico che dichiara di voler avere, assumendosene tutte le responsabilità.

Le decisioni che gli adolescenti sono costretti ad assumere, generalmente in gran fretta e sotto la pressione delle grandi potenze che governano la loro vita e il processo di crescita, sono quasi sempre esposte all’eventualità di rivelarsi rischiose, o perché troppo precoci, o perché esagerate rispetto alle competenze, o perché le conseguenze non possono essere calcolate, ma ciononostante l’adolescente deve decidere e sarebbe davvero un buon risultato educativo se i genitori potessero partecipare al fulmineo dibattito e far sentire, nel clamore delle voci che sospingono in tutte le direzioni, anche la propria che poi sarebbe quella che il figlio in quel momento mette a repentaglio.

I fattori di rischio che possono complicare il percorso di crescita adolescenziale sono troppi per poterli enumerare e qualsiasi genitore potrebbe fornirne un elenco specifico. Crediamo che la famiglia possa essere di grande aiuto ai propri figli se riesce a costruire una cintura sanitaria educativa attorno alla loro mente nei confronti di tutto ciò che nel contesto sociale allargato li illude di poter realizzare i compiti evolutivi in modo indolore e accelerato. È nei confronti dei grandi spacciatori di illusioni che la famiglia può e deve combattere la propria impari battaglia educativa e svolgere un’essenziale funzione protettiva cercando di smascherare la truffa del magliaro che vuol far credere che esistano stupefacenti scorciatoie, magiche accelerazioni del processo di affermazione del sé, indolori apprendimenti che consentono di conquistare il diploma della celebrità.

Tanto più la sottocultura mass mediale e le ingiunzioni pubblicitarie vogliono costringere a credere che la bellezza coincida con la magrezza per le femmine e con il modellamento delle masse muscolari per i maschi, tanto più cocciuta può essere la guerra delle mamme e dei papà intenti a proteggere la mente dei figli dall’intossicazione di modelli che sono convincenti per chi ha fretta e vuole sapere come si fa. Tanto più internet, la comunicazione digitale e le relazioni virtuali illudono sull’efficacia del ritiro dalle relazioni concrete per imparare ad amare e farsi amare nell’universo virtuale, tanto più la famiglia può documentare quanto la relazione virtuale possa essere la palestra dove i timidi e i vergognosi si allenano ad avere relazioni senza corpo per poi debuttare alla grande nel mondo di quelli che il corpo lo portano sempre con sé e sono ben contenti che non sia solo un’icona o un nickname.

Tanto più il gruppo dei coetanei istiga a filosofeggiare sulle droghe leggere e sulle nuove sostanze che si lasciano addomesticare facilmente e non ti costringono a dipendere da loro per ottenere la magia dell’effetto, tanto più la famiglia protegge e tutela i figli dalla dipendenza dalla cultura del gruppo sostenendo le ragioni della natura incontaminata, del corpo e dei pensieri naturali, delle emozioni spontanee, della bellezza non artefatta, delle buone ragioni del limite. La protezione più importante è quella che riesce a tutelare i figli dall’impatto micidiale fra il legittimo narcisismo individuale dell’adolescente e il maligno narcisismo della società in cui è costretto a crescere, che promette la visibilità a costo etico tendente a zero, che illude sulla possibilità di rompere col passato e che sancisce la morte del futuro organizzando il gran carnevale dell’eterno presente, senza crescita, senza differenze, senza etica, sotto il governo incontrastato dell’estetica senza qualità.

Gustavo Pietropolli Charmet e Loredana Cirillo
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