12/05/2011
Cellule staminali del cordone ombelicale: l'obiettivo dell'autosufficienza, questo il titolo del convegno nazionale dell'Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale (Adisco) che si svolgerà il prossimo venerdì 13 maggio a Roma presso la Camera dei Deputati. L’associazione, nata nel 1995, promuove la donazione di sangue del cordone ombelicale sia a livello di ricerca per i suoi possibili usi terapeutici, sia come sviluppo della rete di Banche di raccolta sul territorio nazionale. Il convegno, sotto il patrocinio del Ministero della Salute, vuol fare il punto sugli ultimi aggiornamenti clinici e le prospettive future, con un occhio alla legislazione italiana in materia: nel nostro paese è vietata la conservazione del sangue cordonale in strutture private ma il dibattito scientifico ed etico sull’argomento è sempre pronto a riaccendersi. Nel tempo, infatti, sono state avanzate proposte di legge per costituire anche in Italia banche private per la conservazione come accade in altri paese europei ma finora non sono state accolte.
Ed i motivi sono piuttosto chiari: a livello scientifico i dati non sono a favore dell’utilità della conservazione “per sé” (autologa) per la bassa probabilità di utilizzo del sangue conservato. Addirittura, in alcuni casi, le alternative possibili come la donazione del midollo o l’utilizzo di cellule conservate nelle banche pubbliche sarebbero migliori: ad esempio, mutazioni preleucemiche possono essere presenti nel sangue del cordone di bambini che poi sviluppano leucemia. Il fatto è che una forte campagna pubblicitaria è stata lanciata dal mercato delle banche commerciali che spesso “consigliano” la conservazione autologa come garanzia assoluta per la salute del nascituro. Ma nel dibattito, resta centrale l’aspetto etico: la conservazione in una banca pubblica non impedisce al donatore di potervi accedere in caso di bisogno mentre l’opposto esclude l’utilizzo da parte di altri possibili utenti.
Il convegno di Adisco ha principalmente lo scopo di analizzare lo status della Rete italiana delle banche pubbliche, aggiornare sui risultati clinici dell’utilizzo delle cellule staminali del cordone ombelicale, fare una valutazione in termini economici del processo e il punto sulla legislazione italiana in materia. Il titolo è significativo: il traguardo è quello dell’autosufficienza, ovvero aumentare nei prossimi anni la quantità di staminali cordonali conservate nelle banche pubbliche per estendere a tutti le possibilità di cura. Circa 25.000 unità di cellule staminali cordonali sono oggi conservate nella Rete delle banche italiana ma si punta all’obiettivo di triplicarne il numero per rendere maggiori le possibilità di reperire unità compatibili, tenendo presente che solo il 30% delle unità donate sono idonee alla conservazione a fini trapiantologici.
Alessandra Turchetti