27/05/2010
Il reparto maternità dell'Ospedale ostetrico-ginecologico Sant'Anna di Torino, dove una donna è diventata mamma a 58 anni, con un padre di quasi 70 anni.
Quando un bimbo sta per nascere, bisogna far di tutto per accoglierlo, perché è una nuova creatura che si affaccia alla vita, e porta in sé il diritto a vivere. Non importa come e perché è stato concepito. Quello che conta è solo lui. Ha bisogno di tutto, ma soprattutto ha bisogno di essere accolto con amore e con gioia, perché sono le condizioni essenziali perché un essere umano viva e sia contento di vivere.
Ma proprio per questi stessi motivi dobbiamo rammaricarci che sia stato concepito a 58 anni. C’è un principio che deve guidare la coppia nella decisione di procreare e che si ispira al detto di Gesù: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45). Applicato alla procreazione potrebbe essere tradotto in questi termini: “Non si procrea per soddisfare un bisogno di vita, ma per ricchezza di vita”.
Il figlio non è in funzione della coppia, ma è la coppia in funzione del figlio e delle sue esigenze. Queste esigenze non finiscono con il concepimento, la gravidanza, la nascita, ma si prolungano per molti e molti anni ancora, attraverso l’educazione e il fatto di crescere insieme, che non sono altro che un prolungamento della procreazione. Si dice: basta che ci sia l’amore. Ma non possiamo dimenticare che l’amore non è una cosa astratta, ma si incarna nelle condizioni concrete della vita, compresa l’età, le aspettative e le proiezioni sul futuro, e deve essere in grado di rispondere alle esigenze reali dell’amato.
Per questo deve esistere una certa proporzione di età tra chi procrea e il procreato. Non è sano che il figlio alla sua nascita trovi non una mamma, ma una nonna. Come non è giusto che nello sviluppo della sua vita (l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, l’iniziale maturità e la maturità) abbia la suo fianco una persona che per l’età diventa sempre più inadeguata a svolgere il compito di accompagnare il figlio nelle diverse tappe della vita, e che forse lo obbliga a essere anzitempo il custode e l’aiuto di una vita che invece di aiutarlo continua a declinare.
Il fatto che la natura dica che non è più tempo di procreare deve essere preso in seria considerazione, proprio in forza dell’amore che la donna dice di avere per il figlio. Il desiderio non è un diritto, e quando la realtà desiderata non è una cosa, ma una persona si deve esaminare se si tratta di un desiderio che soddisfa il proprio bene, o il bene del figlio.
Giordano Muraro