26/10/2012
Nel 2010 e nel 2011 la rete dei Centri di aiuto alla vita (Cav) diffusa sul territorio nazionale ha accompagnato la nascita di oltre 20 mila bambini, assistendo circa 28 mila gestanti ed entrando in contatto con altre 40 mila donne: riscontri ottenuti con una «rete basata esclusivamente sul volontariato» che spingono a domandarsi «quali risultati si potrebbero ottenere se un simile compito fosse svolto dalle strutture pubbliche con tutta la loro capacità organizzativa». Se lo chiede il Movimento per la vita (Mpv), che nei giorni scorsi ha presentato i dati della propria attività, rilanciando la proposta di una riforma dei consultori familiari che assegni ai Cav il compito di aiutare le maternità difficili.
In Italia i Cav sono oltre 300, ma solamente due terzi hanno inviato i loro resoconti numerici alla segreteria del Movimento: nel 2010 i 206 centri censiti hanno visto la nascita di 10.070 bambini, con 14.614 gestanti e altre 20.423 donne assistite. Nel 2011, i 195 centri che hanno trasmesso i propri dati hanno accompagnato la nascita di 10.078 bambini, con 14.850 gestanti e altre 20.901 donne assistite. Un’attività di prevenzione dell’aborto che la legge 194 affida ai consultori pubblici: «Se l’obiettivo principale dei consultori è quello di evitare l’interruzione volontaria di gravidanza (ivg), sarebbe importante documentare i casi in cui l’intervento consultoriale ha mutato una manifestata intenzione di aborto in scelta di accoglienza alla vita», rileva Carlo Casini, presidente del Mpv.
Di questo e di altro si parla a Bellaria (Rimini), dal 26 al 28
ottobre, durante il convegno dei Centri di aiuto alla vita promosso dal Movimento per la vita italiano (Mpv). “Uno di noi, insieme
per la vita” il filo rosso dei lavori, in programma al Palazzo dei
Congressi (via Lungofiume Uso, 1). Parte, infatti, la raccolta di
adesioni – che si pone, come obiettivo minimo, un milione di firme – per
inserire nel diritto europeo «l’esplicita affermazione che ogni essere
umano, fin dal concepimento, è titolare di tutti i diritti umani, a
cominciare quindi da quello alla vita», rileva Casini, precisando:
«Chiediamo alla Ue di porre fine al finanziamento di attività che
presuppongono la distruzione di embrioni umani nei settori della
ricerca, nei programmi di riduzione delle nascite e nella pratiche di
sanità pubblica che presuppongono la violazione del diritto alla vita».
Inoltre il Mpv chiede la modifica dell’articolo 1 del Codice civile
italiano, per affermare che la capacità giuridica si acquista «dal
momento del concepimento, non dal momento della nascita». E Pino
Morandini, vicepresidente del Movimento, rimarca: «Non si tratta di una
questione ideologica, ma di civiltà».
Interverranno al convegno, tra gli altri, il vescovo di Cremona Dante
Lafranconi, Giuseppe Anzani, il giornalista Umberto Folena. Venerdì 26,
alle ore 18.30, il cardinale Stanislaw Rylko presiederà la
concelebrazione eucaristica presso il Rimini 105 Stadium. Sabato 27
ottobre, a partire dalle ore 9, sono previste le relazioni di Marina
Casini, dell’Università Cattolica di Roma, della psicoterapeuta Laura
Mullich, dello psicopedagogista Carluccio Bonesso. Paolo Picco e Pino
Morandini s’interrogheranno sul dialogo tra Cav e istituzioni. Domenica
28 ottobre il presidente del Mpv concluderà i lavori.
Laura Badaracchi