03/08/2012
Se l'allattamento al seno nella società occidentale è sicuramente una scelta consapevole della singola donna, consigliata da molti pediatri, e comunque non è motivo di pericolo per la vita dei neonati, diversa è la situazione nei Paesi del Terzo mondo e nei Paesi in via di sviluppo.
Per questo in occasione del ventesimo anniversario della Settimana Mondiale dell'Allattamento al Seno (1 - 7 Agosto) l'Unicef ha affermato che forti politiche nazionali di sostegno all'allattamento al seno potrebbero prevenire ogni anno la morte di circa 1 milione di bambini sotto i cinque anni nei Paesi in via di sviluppo. In questi Paesi, nonostante siano evidenti le prove secondo cui un esclusivo allattamento al seno previene malattie come diarrea e polmonite che uccidono milioni di bambini ogni anno, il tasso globale di allattamento al seno è relativamente stagnante: si è passati dal 32% del 1995 al 39% nel 2010.
Tra gli ostacoli per la crescita del tasso dell'allattamento al seno c'è
la commercializzazione non etica di sostituti del latte materno, le politiche nazionali povere che non supportano il congedo di maternità e più in generale, una mancanza di comprensione dei rischi legati al non allattare i bambini al seno.
«Se l'allattamento al seno fosse stato promosso in modo più efficace e le donne fossero state protette dal marketing aggressivo dei sostituti al latte materno, oggi molti più bambini sarebbero
sopravvissuti e cresciuti, ci sarebbe stata una minore incidenza di malattie e tassi più bassi di malnutrizione e arresto della crescita», ha dichiarato il Direttore Generale dell'Unicef
Anthony Lake.
Orsola Vetri
Orsola Vetri e Mariuccia Chiantaretto