30/01/2013
Una casa ben organizzata per dieci persone.
Uno schiaffo alla paura e uno alla crisi. Otto figli: all'arrivo della piccola Isabel, i Palladino hanno raccontato decine di volte la loro storia negli ultimi giorni. E mentre c'è un Paese che teme per il futuro che fa i conti con un'economia asfittica questa famiglia vuole testimoniare la speranza che si manifesta attraverso, dicono, il «dono di Dio, la nascita di un figlio».
La speranza però va anche coniugata con il pragmatismo dela vita di ogni giorno. La spesa, le offerte al discount, il bucato, le pulizie di casa, dieci bocche da sfamare. Luigi lavorava nell'edilizia, con la crisi ha aperto un negozio di divani in un centro commerciale ma ha anche brevettato un nuovo sistema ecocompatibile di coibentazione delle case e punta, insieme con Laura, ai mercati esteri «una volta c'erano più soldi – dicono – adesso economicamente è più difficile ma crediamo in questo progetto e poi c'è il negozio».
I Palladino vivono in una bifamiliare a Monguzzo, provincia di Como, casa che non sarebbe piccola per una famiglia – statisticamente- “normale”, ma in dieci è tutto più complicato. Hanno cento metri quadrati di mansarda ma vanno ancora sistemati. Così «costruiamo le nostre cose per lo spazio che abbiamo – raccontano – i letti a castello (uno addirittura a tre piani, ndr), i mobili, i lampadari. La casa forse un po' piccola per dieci persone ma ci deve piacere e deve essere accogliente».
Le pulizie grosse si fanno al sabato «e tutti danno una mano», i ragazzi «gestiscono le loro stanze, cambiano i pannolini ai più piccoli e li aiutano a vestirsi>», poi «una lavatrice al giorno e grazie all'asciugatrice si stira il meno possibile». Un piccolo giardino con una piscinetta d'estate è il parco giochi dei ragazzi. Perché, ovviamente, «in vacanza non si va – dicono Laura e Luigi – ma non è una rinuncia, è una scelta».
I genitori di Luigi sono di Bari «una volta riuscivamo ad andare a trovarli, oggi in dieci è più difficile». I Palladino stanno bene, lo dicono, e l'unica vera rinuncia, spiega laura, «è la musica, vorrei che tutti i ragazzi la studiassero ma non è semplice». Ma nemmeno una tappa dal parrucchiere? «Mai andata, mi piacerebbe, non lo nego ma posso farne a meno».
Gli otto ragazzi Palladino. Il più grande ha 14 anni. La più piccola è nata il 15 gennaio.
Sul fronte spostamenti fino a oggi nessun problema con il caravan di famiglia. Adesso, però, con l'arrivo di Isabel bisogna fare i conti con i limiti del codice della strada, le monovolume di grandi dimensione sono omologate per nove. «Siamo dieci – dice Luigi – dovremo fare la patente per gli autobus o spostarci con due mezzi, almeno per i viaggi lunghi».
E se la vita di questa famiglia comasca sembra già complicata, stupisce non poco la scelta educativa. «Le elementari – raccontano i due genitori – le gestiamo come scuola famiglia». Si fa tutto in casa, insomma. «Abbiamo cominciato con il più grande, Daniele (oggi ha 14 anni e frequenta il liceo scientifico, ndr). E' molto intelligente ma in terza elementare ha avuto qualche problema di ansia». Così dopo un tentativo andato a vuoto in una nuova scuola, una sorella di Laura, che vive in Inghilterra, ha suggerito un modello piuttosto diffuso nei paesi anglosassoni. «Abbiamo educato Daniele a casa e ha sempre superato gli esami annuali».
Oggi l'esperimento è diventato prassi ed è esteso a tutti. Laura non riesce a insegnare, ci pensa la nonna che si divide tra seconda, quarta, quinta elementare. «Porta i ragazzi nei boschi per studiare l'ambiente e a fare la spesa per capire la matematica, funziona».
Per i Palladino sono giorni di ribalta mediatica. «E’ stata la clinica di Lecco dove ho partorito – rivela Laura – a chiederci se volevamo convocare i giornalisti». Perché accettare? «Per dare un messaggio positivo, di speranza e fede. Alla fine siamo noi italiani a fare pochi figli – conclude – per gli stranieri è un fatto più naturale, non dico ordinario ma quasi, anche quando emigrano dalla loro terra. E’ una cosa che fa riflettere».
Davide Cantoni