10/12/2012
Tutt’altro che rassegnati, per niente confusi, sicuramente delusi. I giovani italiani under 30 guardano al loro futuro, tra le mille difficoltà legate a questa fase di crisi, con un particolare disincanto nei confronti delle istituzioni. Bocciano senza appello i partiti politici, sono molto insoddisfatti anche da Camera e Senato, governo e sindacati. Soltanto la scuola e le forze dell’ordine, insieme alla Chiesa per i giovani credenti, continuano a rappresentare punti di riferimento degni di fiducia. E’ la fotografia dell'indagine realizzata per l'Istituto Toniolo di Milano da Ipsos, con il sostegno della Fondazione Cariplo e un gruppo di docenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La ricerca è fra le più vaste e rappresentative finora pubblicate: ha raccolto informazioni dettagliate sui valori, i desideri, le aspettative, sui progetti di vita dei giovani (e sulla loro realizzazione) basandosi su un campione di 7.500 ragazzi tra i 18 e i 29 anni. “L’obiettivo di questo imponente lavoro era di misurare lo scollamento delle giovani generazioni dalle istituzioni, soprattutto in un momento di così forte spaesamento e preoccupazione per il futuro”, commenta Alessandro Rosina, docente di Demografia alla Cattolica e curatore della ricerca. “Ciò che abbiamo scoperto è che davvero poche realtà istituzionali continuano a rappresentare, per loro, un punto di riferimento degno di fiducia. Tra queste c’è la scuola, che riscuote un voto positivo per oltre il 55% dei giovani. Nonostante tutti i problemi in cui versa, infatti, rimane sorretta da un grande numero di insegnanti appassionati, capaci di trasmettere ai ragazzi valori positivi. E’ da notare che nella generale sfiducia e delusione nei confronti delle istituzioni, le agenzie educative più vicine, in primis la famiglia, si sono invece notevolmente rafforzate”. I risultati sulla Chiesa, promossa dal 49,6% dei credenti, sono particolarmente articolati. Se infatti si considera il segmento dei non credenti, l’apprezzamento scende a 3 voti favorevoli su 10. Esiste una certa variabilità geografica: il valore dei consensi supera il 50% (tra i credenti) in tutte le aree geografiche tranne che nel Centro (45%). Tra i giovani la percentuale dei voti favorevoli alla Chiesa aumenta con il titolo di studio (da 48,7% della scuola dell'obbligo al 51,5% tra i laureati). E' inoltre maggiore tra le donne (50,3%) rispetto agli uomini (58,9%). “Come per tutte le istituzioni, i giovani tendono a premiare maggiormente le figure più vicine, con le quali interagiscono quotidianamente e concretamente”, sottolinea il professor Rosina. “Ricerche condotte sul territorio evidenziano, ad esempio, come la percentuale di consensi tenda a salire, rispetto alla voce generica di Chiesa, quando si chiedere il grado di fiducia nei missionari, nei sacerdoti, negli insegnanti di religione. Ugualmente hanno un maggior apprezzamento la parrocchia e all'interno di essa l'oratorio, visto come luogo non solo di formazione, ma di svago e di amicizia. Queste esperienze così inclusive, insieme a queste persone che ogni giorno mettono i valori all’opera, sono un grande potenziale per la Chiesa, per far crescere la fiducia fra tutti i giovani, credenti e non credenti”.
Benedetta Verrini