Bagnini, con loro il mare è più sicuro

In Italia ogni anno annegano 400 persone. Un'indagine dell'Istituto Superiore della Sanità pone l'accento sui rischi che si corrono in acqua. Il ruolo dei bagnini rimane fondamentale..

L'importanza della sorveglianza sulle spiagge

31/07/2012
(Ansa)
(Ansa)

In Italia annegano meno persone rispetto a un tempo, circa 400 all’anno. Ma sono sempre troppe. E’ quanto comunica un’indagine dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) che ha voluto tracciare l’andamento della mortalità per annegamento degli ultimi anni a scopo preventivo. «Di sicuro un ruolo fondamentale nella prevenzione degli annegamenti - ha affermato Enzo Funari, direttore del Reparto Qualità degli ambienti acquatici e delle acque di balneazione dell’ISS e curatore del Rapporto sugli annegamenti - è svolto dai servizi di sorveglianza. Laddove esiste un efficace servizio di sorveglianza si muore di meno».

Se consideriamo che il litorale marino nazionale ha una lunghezza di oltre 7.000 km, diventa fondamentale per evitare gli incidenti, avere una maggiore consapevolezza dei rischi, saper nuotare, tenere comportamenti responsabili, passando dall’educazione nelle scuole e, ovviamente, dal potenziamento della sorveglianza. «È necessario trovare strumenti nuovi - ha aggiunto Funari - e fare in modo di rendere ancora più efficaci quelli già noti. Molti incidenti accadono in acque con determinate caratteristiche ed in condizioni tali da rappresentare un rischio elevato per i bagnanti. È dunque necessario che questi siano messi a conoscenza dei pericoli presenti e che siano predisposte adeguate misure di prevenzione. L’obiettivo è quello di promuovere un nuovo approccio preventivo di primo livello, da diffondere e migliorare progressivamente lasciando il dato statistico, in un certo senso, in secondo piano».

Pochissime risultano le spiagge dove sono stati azzerati gli annegamenti. In gran parte del territorio nazionale e soprattutto nelle spiagge libere, ai bagnanti non viene di fatto riconosciuto il diritto ad essere informati dei pericoli e non viene fornito alcun servizio di sorveglianza. Ma qualcosa si può fare se i dati sulla mortalità per annegamento in Italia dimostrano una forte diminuzione a partire dagli anni ’70 ad oggi. Nell’ultimo decennio, la situazione sembra essersi stabilizzata, con circa 400 annegamenti per anno, gran parte dei quali si verifica nei mesi di luglio e agosto.

Il ruolo dei bagnini rimane centrale. Dall’indagine risulta che dove sono presenti i bagnini, soprattutto in forma organizzata, le persone vengono soccorse e salvate. Ma quali sono i pericoli di cui i bagnanti dovrebbero essere informati? Ad esempio, la presenza di buche pericolose in condizione di mare calmo, o delle correnti che possono trasportare in mare aperto con mare mosso o poco mosso. I tratti italiani con i più alti numeri di decessi per annegamento sono risultati la costa adriatica centro-settentrionale da San Benedetto del Tronto a Trieste, alcune aree della costa sud della Puglia, la Liguria tra San Remo e Savona, la Toscana tra Carrara e Piombino, il Lazio tra Fiumicino e Terracina, la Campania tra Castel Volturno e Acropoli, la Sicilia nella costa sud-orientale e a Palermo, e la Sardegna lungo la costa meridionale. Ma un altro dato importante che emerge dallo studio è che, sebbene siano i litorali quelli maggiormente interessati dal rischio di annegamento severo, anche i fiumi e i laghi, anche se meno frequentati, rappresentano degli ambienti potenzialmente ad elevato rischio. Questi luoghi, infatti, sono raramente sorvegliati, le acque dolci sono mediamente più fredde e possono essere attraversate da forti correnti.

Alessandra Turchetti
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