28/12/2011
Un momento della protesta dei sindacati a Roma, davanti a Montecitorio, sede della Camera dei Deputati.
La manovra Monti è stata definitivamente approvata. La cosiddetta “fase 1”, quella relativa alla salvezza in extremis del malato terminale Italia, sembra essersi conclusa. Ringraziamo pensionati, dipendenti, impiegati e tutte le famiglie a medio reddito che, da sempre, pagano onestamente le tasse e che da oggi, per salvare il loro paese, sopporteranno la gran parte dei sacrifici richiesti.
Attendiamo la “fase 2” e speriamo che con essa vengano chiamate a collaborare anche le altre fasce della popolazione; magari i ricchi per esempio, ai quali la manovra ha causato un fastidio più o meno pari a quello di una puntura di zanzara, e magari i politici e gli alti funzionari dello Stato che neppure quella modesta puntura hanno avuto il decoro di voler sopportare.
Monti ci assicura che varerà un piano di crescita entro 90 giorni. E’
improbabile che un piano di crescita possa essere varato a costo zero,
necessita di una disponibilità economica che noi non abbiamo. Peraltro
lo spread ricomincia in questi giorni a superare i 500 punti e temo che
possa assorbire parte dei modesti ritorni economici della manovra appena
varata.
Il problema ritorna dunque a essere quello del recupero di somme da
destinare agli interventi per la ricrescita.
I tassisti sono una delle categorie contrarie alle liberalizzazioni che andrebbero a vantaggio dei cittadini e più forti nel difendere i propri interessi.
Sino a oggi si è continuato, di fatto, a soggiacere agli egoismi di alcune potenti categorie
e a non volere attuare concretamente gli unici tre provvedimenti, o
forse dovremmo definirli ”riforme strutturali”, equi che potrebbero
salvare il Paese dalla catastrofe, e questa inadempienza è una
responsabilità prettamente politica: di quei politici che non parlano
più di riforma della legge elettorale perché quella che c’è oggi fa
comodo un po’ a tutti, di quei politici che proteggono le potenti caste
dalla giusta liberalizzazione del mercato, di quei politici che
proteggono loro stessi dai tagli, non solo agli stipendi e ai
benefit ma anche, e soprattutto, agli Enti inutili dove da tempo
piazzano amici e amici degli amici.
Tre i provvedimenti invocati: non solo da me modesto cittadino, ma anche
da alte cariche dello Stato che denunciano la carenza di interventi
sistemici nella lotta alla corruzione e all’evasione fiscale.
1. Riforma fiscale
Per poter disporre di risorse bisogna recuperare, oramai
inderogabilmente e senza alcuna tolleranza, almeno una parte di quei
100, 130 o forse più miliardi di euro di evasione fiscale. E’ immorale e non può essere condiviso il concetto che sento mormorare a qualcuno che è bene lasciare tutto così com’è
perché altrimenti, se alcune categorie non “evadessero”, non ce la
farebbero a sopportare la pressione fiscale e si perderebbero posti di
lavoro. Se alcune categorie non evadessero, le tasse sarebbero più basse
per tutti con enorme beneficio per i lavoratori onesti.
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.
2. Patrimoniale
Il “ricco” ha diritto ad essere ricco e di certo non possiamo “vessarlo”
per questo, ma quando i soldi mancano, continuo a dire, a chi li
chiediamo a coloro che dovranno risparmiare sulla spesa al supermercato o
a chi, al massimo, sceglierà di andare in vacanza in un albergo a
quattro stelle anziché a cinque? Spero che l’equità del concetto appena esposto non debba essere “spiegato”, altrimenti vorrebbe dire che i nostri principi etici e morali sono veramente precipitati molto in basso.
3. Tagli alla politica
Ancora, tristemente, mi ritrovo a chiedere almeno un accenno dei
sospirati tagli ai numerosi e contorti rami secchi dello Stato centrale e
priferico, alle “ottimizzazioni” degli Enti Pubblici a tutti i livelli,
all’eliminazione dei doppi e tripli incarichi…; ancora tristemente
constato che neppure si è riusciti a far ridurre stipendi, vitalizi e
benefici vari a parlamentari nazionali, regionali ecc. Anzi ho
addirittura grottescamente sentito dire da qualcuno che in realtà i
compensi dei politici sono “modesti” considerate le spese che devono
sostenere; qualcuno si è ribellato dicendo che si vorrebbero ridurre
i parlamentari quasi “alla fame”, e questo i nostri politici lo hanno
asserito mentre votavano gli interventi sulle pensioni da 950 euro! Il
degrado economico è grave, ma quello etico lo è molto di più. Nulla, mi
risulta, sia stato fatto dalla Commissione prevista da precedente
finanziaria che avrebbe dovuto allineare le retribuzioni a quelle della
media dei Paesi Europei.
Da sinistra: il presidente delle Ferrovie dello Stato Lamberto Cardia e l'amministratore delegato Mauro Moretti, durante il viaggio inaugurale del nuovo Frecciarossa.
In un emendamento della finanziaria “Monti” è previsto che per gli
incarichi apicali delle Amministrazioni pubbliche la retribuzione
massima non debba superare 300 mila euro l’anno. Condivisibile. E
però mi sembra sia stato aggiunto che in “alcuni casi” possa essere
previsto un compenso maggiore e si possa percepire, per un secondo
incarico, fino al 25% in più dello stipendio; e per il terzo, quarto e
quinto incarico?... E’ da ribadire che le retribuzioni devono essere
previste a “persona” e non a “poltrona”, nella semplice considerazione
che le ore lavorative sono sempre le medesime e che nessuno è capace di
svolgere due lavori contemporaneamente. Quando smetteremo di prendere in giro gli Italiani facendo leggi che prevedono scappatoie?
Un ultima considerazione mi sia consentita. Stiamo proteggendo e, in
qualche caso salvando, le Banche perché nelle Banche ci sono i nostri
risparmi. E questo ha una sua logica. Ma come accettare l’idea di
liquidazioni e stipendi favolosi per gli Amministratori di quelle Banche
che si prevede di salvare con i soldi dei cittadini, quindi pubblici?
E non ci dimentichiamo delle liquidazioni di manager di Enti
parastatali che “per contratto” devono essere elargite anche quando i
risultati sono discutibili. A quale “contratto” devono fare riferimento i
cittadini per avere riconosciute le loro liquidazioni e la
rivalutazione delle loro pensioni e stipendi?
Il presidente del Consiglio Mario Monti, in qualità di ministro dell'Economia, durante una riunione con il suo staff al ministero di via XX settembre a Roma.
Per quanto riguarda tasse, interventi di risanamento, e soprattutto
bilanci le regole del gioco devono essere uguali per tutti, fondazioni,
circoli, Chiesa, sindacati eccetera. Basta un’eccezione, anche se legittima, che poi, a pioggia, ne seguono molte altre spesso ingiuste.
Con questa finanziaria l’equità è stata solo tentata, di certo non raggiunta. Speriamo nel futuro altrimenti il Governo dei Tecnici sarebbe solo la decorosa facciata del Governo dei Politici
che hanno passato la mano perché non se la sentivano di adottare
provvedimenti impopolari per i loro elettori. Ma chi ha creato questa
situazione?
Roberto Jucci