26/09/2011
A scuola i bambini si ammalano. Come mai? Tra le tante ragioni, l'inquinamento indoor, spesso più elevato in ambienti affollati che tra le mura domestiche.
Dall’Università di Siena arrivano i primi risultati dello studio pilota denominato HESE (Effetti dell’ambiente scolastico sulla salute), condotto su un campione di scuole elementari e medie. L'obiettivo era valutare la qualità dell’aria nelle aule scolastiche e le possibili implicazioni sulla salute degli alunni.
Sono stati scelti istituti frequentati da più di 600 alunni situati nel nostro Paese a Siena e Udine, ad Aarhus (Danimarca), Reims (Francia), Oslo (Norvegia) e Uppsala (Svezia). La ricerca, pubblicata dall’European Respiratory Journal, la più importante rivista europea di settore, indica che, in mancanza di una adeguata ventilazione, vi è una esposizione di PM10 e CO2 superiore ai limiti consigliati in due terzi delle aule.
In due aule su tre, di conseguenza, i bambini soffrono di problemi
respiratori con frequenza maggiore, non che nella terza aula restante
vada tutto bene.
Sono stati misurati all’interno e all’esterno delle scuole fattori
ambientali come temperatura, umidità relativa, polveri respirabili,
anidride carbonica, biossido d’azoto, composti organici volatili, ozono,
allergeni, muffe.
“La scelta, poi, è stata di focalizzarci sulla concentrazione, nelle
aule, di un inquinante (PM10, polveri respirabili con diametro fino a
dieci micron) e di un indicatore di scarsa qualità dell’aria da
affollamento in ambienti poco ventilati (anidride carbonica)”, spiega
Giovanni Viegi, direttore dell’Istituto di biomedicina e immunologia
molecolare del Cnr di Palermo. “Inoltre sono state raccolte informazioni
su sintomi e malattie respiratorie, in particolare la presenza,
nell’ultimo anno, di sibili, tosse secca notturna, rinite e il grado di
apertura delle narici”. Un sottocampione di bambini è stato sottoposto,
poi, ad alcuni test clinici molto accurati, si può dire che la prima
volta siano stati passati davvero al microscopio per vedere che aria si
respira nelle aule scolastiche.
“I circa due bambini su tre esposti a livelli elevati, rispetto agli
altri, riportano sibili e tosse secca notturna con maggior prevalenza di
circa 3,5 volte e rinite in frequenza doppia, anche considerando gli
effetti dell’esposizione a fumo passivo a casa, oltre a un tasso di
apertura delle narici significativamente minore”, conclude Viegi. “Per
la prima volta lo studio HESE ha permesso un corretto confronto della
situazione ambientale nelle scuole europee, grazie anche alla
standardizzazione delle misurazioni eseguita ad Uppsala, e sottolinea la
necessità, da parte delle autorità di sanità pubblica, di promuovere la
consapevolezza dell’impatto che la qualità dell’aria può avere sulla
salute dei bambini”. All’interno degli edifici anche basse
concentrazioni di inquinanti possono avere effetti dannosi sulla salute
se l’esposizione è prolungata come è il caso delle scuole, in
particolare quelle che adottano il tempo pieno.
I bambini, poi, sono particolarmente vulnerabili poiché respirano una
quantità di aria superiore, in proporzione al peso, e i loro meccanismi
di difesa sono ancora in fase di crescita.
Gabriele Salari