05/05/2010
Padre Marcial Maciel con Giovanni Paolo II.
Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, è stato più volte sotto tiro. Le prime accuse sono del 1948, trasmesse a Roma dai gesuiti di Comillas, in Spagna, dove Maciel aveva mandato i suoi discepoli a studiare. Ma il Vaticano le ignora. Passano 8 anni e quasta volta la Santa Sede decide di indagare su nuove accuse ancor più pesanti. Maciel è sospeso per due anni dalle sue funzioni e esiliato da Roma.
Ma nel febbraio del 1959 è reintegrato a capo dei Legionari. Il provvedimento era stato preso da Pio XII, ma poi il processo non prosegue. La priorità per Giovanni XXIII era il Concilio. Nel 1978 è l’ex-capo dei Legionari negli Stati Uniti, Juan Vaca, con un esposto a Giovanni Paolo II, ad accusare Maciel di abusi sessuali con lui quando era ragazzo. Nel 1989 Vaca ripresenta a Roma le sue accuse. Ma non ottiene risposte.
Si arriva al 1997 con la denuncia pubblica, da parte di otto importanti ex Legionari, di abusi sessuali commessi da Maciel a loro danno negli anni Cinquanta e Sessanta. Nel 1998, il 17 ottobre, due degli otto accusanti, Arturo Jurado Guzman e José Barba Martin, accompagnati dall´avvocato Martha Wegan, incontrano in Vaticano il sottosegretario della Congregazione vaticana per la dottrina della fede, Gianfranco Girotti, e chiedono la formale apertura di un processo canonico contro Maciel.
Non accade nulla e così il 31 luglio del 2000 Barba Martin, assieme all’avvocato Wegan, incontra di nuovo in Vaticano monsignor Girotti. Ma rimane anche questo un incontro senza risultati senza alcun risultati.
Dossier a cura di Alberto Bobbio