ESCLUSIVO - L'ultima beffa del G8

Nessuno degli oltre 70 condannati per i fatti di Genova 2001 ha fatto né farà un solo giorno di prigione per ciò che hanno commesso. Gran parte dei reati finirà in prescrizione.

Nessuno è stato sospeso da servizio e molti sono stati promossi

21/01/2011

«È veramente triste apprendere che saranno i cittadini italiani a pagare per gli abusi e le violenze commesse dai dirigenti e dagli agenti di Polizia al G8 di Genova. È l’ultima beffa: nessuno degli oltre 70 condannati ha fatto né farà un solo giorno di prigione per ciò che hanno commesso, dato che la gran parte dei reati finirà in prescrizione. Non solo. Nessuno è stato sospeso da servizio e molti sono stati promossi».

È il commento amaro di Enrica Bartesaghi, del Comitato Giustizia e Verità per Genova, alla notizia pubblicata ieri sul nostro sito (e che riportiamo integralmente nella seconda parte di questo dossier), secondo la quale all’interno di una legge del novembre scorso è stata inserita – ben camuffata – una norma che istituisce un fondo attraverso il quale il ministero degli Interni risarcirà le vittime di violenze subite nel corso di manifestazioni, compresi i risarcimenti sanciti dai giudici e le eventuali transazioni in sede civile.

La portavoce del comitato ha aggiunto che si tratta già ora, con i soli risarcimenti imposti dai giudici nelle sentenze penali e le spese processuali, di oltre 10 milioni di euro complessivi, che i condannati (47 per i fatti di Bolzaneto e 25 per l’irruzione alla scuola Diaz, oltre De Gennaro e Mortola condannati per falsa testimonianza) devono liquidare alle 350 parti civili che si sono costituite nei processi.

Le reazioni alla notiza si moltiplicano. Vittorio Agnoletto (all’epoca portavoce del Genoa social forum) e Antonio Bruno (di Rifondazione Comunista di Genova) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale definiscono «vergognosa (e nascosta) decisione del Governo (e del parlamento). I risarcimenti alle vittime delle violenze poliziesche verificatesi durante il G8 di Genova saranno pagati con soldi di tutti noi».

Con questa norma, aggiungono Agnoletto e Bruno, «il messaggio che il Governo invia alle forze dell’ordine è molto semplice: continuate pure che tanto i cittadini pagheranno al vostro posto». Michele Tambuscio, avvocato di una decina delle parti civili, sottolinea invece un altro punto della legge “salva-poliziotti”: «È quanto mai curioso il passaggio della legge nel quale si dice che il ministero degli Interni può rinunciare alla rivalsa, cioè a rivalersi – in quanto datore di lavoro – sugli agenti che gli hanno causato un danno con comportamenti dolosi.

È la prima volta che sento una cosa del genere, non ho ricordi di un precedente in materia». «Del resto, riguardo a questa legge», conclude Tambuscio, «non sono stupito più di tanto. I governi di questi dieci anni hanno sempre protetto gli agenti colpevoli e si sono sempre rifiutati di assumersi la responsabilità politica di quei fatti. Sono tutti in servizio attivo, persino i poliziotti rei confessi.

L’unico agente che si è dimesso è uno che al processo è stato assolto. Non dimentichiamo che, nel corso di questi procedimenti, sono addirittura sparite prove dalla Procura, e proprio le intercettazioni telefoniche effettuate in seguito a questo incredibile episodio ha portato alla condanna del capo della Polizia e del capo della Digos di Genova di allora per falsa testimonianza».

Luciano Scalettari
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