11/08/2010
Il Presidente del Messico Felipe Calderon.
Insieme all'Afghanistan e all'Iraq, il Messico viene spesso considerato uno dei fronti di guerra più insidiosi per gli Stati Uniti. Si tratta del fronte più vicino, appena oltre la frontiera meridionale del Paese.
Perciò a Washington sono preoccupati. Nel 2009 il rapporto del National Drug Intelligence Center sottolineò che “i trafficanti di droga messicani rappresentano la principale minaccia del crimine organizzato nei confronti degli Stati Uniti”.
Infatti i narcos gestiscono gran parte del traffico di stupefacenti che invadono le città statunitensi. Spesso le bande criminali sono riuscite a sconfinare, creando allarme soprattutto in Texas.
Il presidente messicano Felipe Calderon più volte ha dichiarato che i narcos prosperano grazie allo straordinario consumo di droga che si fa negli Stati Uniti. Calderon ha anche denunciato che gran parte delle armi da fuoco usate dalle bande dei narcotrafficanti arrivano illegalmente dagli Stati Uniti.
Queste affermazioni hanno creato qualche tensione con Washington, ma il problema è reale.
Già durante la presidenza Bush gli Stati Uniti hanno cercato di contrastare la minaccia che arriva dai narcos messicani. Nel 2007 è stata lanciata la “Merida Initiative”, un programma con il quale Washington finanzia le attività repressive del governo messicano nei confronti della criminalità. Ma i soldi, in totale un miliardo e mezzo di dollari, sono stati erogati con il contagocce.
Barack Obama è stato in Messico nel 2009 e nel marzo di quest'anno c'è stata la visita di una delegazione di alto livello guidata dal segretario di Stato Hillary Clinton.
La Clinton ha annunciato un cambio di strategia. Per garantire la stabilità del Messico non conta solo la sicurezza, ma occorre anche un coinvolgimento delle comunità locali e della società civile. Per la Clinton “non si tratta di stare sicuri solo dentro casa, ma contano anche la sicurezza economica e sociale”. Anche qui, come a Baghdad o a Kabul, non si tratta solo di vincere una guerra militare: la vera sfida è conquistare le menti e i cuori di chi sembra rassegnato alla violenza.
Roberto Zichittella