23/11/2011
Un dato drammatico, che in Italia ci porta indietro di quattro anni: dal 16 novembre al 22 novembre sono morti 22 lavoratori. Ma una sequenza così terribile di vittime desta poco scalpore perchè non sono morti collettive, ma sparse per l'Italia intera. Dall'inizio dell'anno sono morti 607 lavoratori sui luoghi di lavoro, con un aumento del 13 %. Abbiamo superato del 2% i morti dell'intero 2010.
Non si arresta l'analisi puntuale e appassionata dell’Osservatorio Indipendente di Bologna: la situazione viene monitorata ogni giorno, su tutto il territorio, ed è anche più
completa di quella registrata dall'Inail, che fa confluire nelle
statistiche soltanto i morti registrati tra i propri iscritti. Carlo Soricelli, che è il presidente dell'Osservatorio, elenca le ultime statistiche: la scorsa domenica, 20 novembre, giorno in cui
normalmente è ferma la maggior parte delle attività professionali, con
596 vittime abbiamo superato i morti sui luoghi di
lavoro dell’intero 2010 in Italia (594). «Anche il 20 novembre del
2008 registrammo 596 vittime», spiega Carlo Soricelli. «Solo tra il
2008 e il 2009 l’Osservatorio ha registrato un calo, probabilmente
eravamo al culmine della crisi; poi nel 2010 e 2011 gli incidenti mortali sul lavoro
sono tornati ad aumentare».
Tra le 600 vittime registrate a tutt'oggi, 22 novembre, l’Osservatorio
Indipendente di Bologna non ha inserito i lavoratori delle autostrade,
quelli in "itinere" sulle strade, e i caduti tra i militari italiani sui
"fronti" di guerra, come l'Afghanistan, che sono a tutti gli effetti
caduti sul lavoro. Con questi si
arriverebbe a contare già oltre 1.050 morti (stima minima) dall’inizio dell’anno.
Ma il dato che più fa riflettere, e che non sempre è adeguatamente
diffuso dalla stampa, è che di tutti i morti sul lavoro ben il 33 per
cento degli incidenti accade in agricoltura. Un solo dato per capire: su
600 morti sino a oggi, 113 sono vittime del ribaltamento del trattore.
«Basterebbe rinforzare di più le cabine dei mezzi per la lavorazione
della terra», sottolinea Soricelli, «e anche predisporre visite di
idoneità per operare nei campi e sui trattori, perché la maggior parte di
queste vittime ha più di 60 anni. E temiamo, inoltre, che
l'innalzamento dell'età pensionabile, se non adeguatamente calibrata
sulle varie categorie professionali, non potrà fare altro che aumentare i
morti sul lavoro».
Pino Pignatta