Rifugiati, la prova dell'accoglienza

Sono state più di 43 milioni, nel 2009, le persone costrette a lasciare casa e patria per salvarsi la vita. E i Paesi ricchi sono i meno generosi nel dar loro rifugio.

I Paesi poveri sono più generosi

20/06/2010
I minori non accompagnati, un dramma nel dramma dei rifugiati.
I minori non accompagnati, un dramma nel dramma dei rifugiati.

La notte del 18 giugno, giornata mondiale del rifugiato, il Colosseo è stato illuminato a giorno con il logo dell'Unhcr, l'organizzazione dell'Onu che si occupa di rifugiati, e con la scritta “Giornata Mondiale del Rifugiato 2010”. Dall'altra parte dell'Atlantico, a New York, gli ultimi trenta piani dell'Empire State Building, il più alto e famoso grattacielo della città, sono stati colorati con il blu della Nazioni Unite. Non sono solo due delle maggiori metropoli del mondo, quando i luoghi e i simboli dell'immigrazione antica e recente.

     Scriveva Euripide che “non c'è più grande dolore al mondo della perdita della terra natia”. Fuggire da guerre e persecuzioni è purtroppo un destino che ha accomunato nel 2009 più di 43 milioni di persone. Si tratta del numero più alto dalla metà degli anni Novanta in poi. Purtroppo pochissimi sono quelli che nello stesso periodo sono tornati a casa, solo 250.000. Afghanistan, Somalia, Congo vedono guerre che sembrano non finire mai. I rifugiati in esilio protratto sono più di 5 milioni.

     Occorre però sfatare il pregiudizio che siano i Paesi occidentali a farsi carico dei rifugiati. La stragrande maggioranza, almeno l'80%, si trova nei Paesi in via di sviluppo. Solo una minima parte viene trasferita nei Paesi più sviluppati. In tutto il 2009, 112mila persone sono state reinserite in uno dei 19 Paesi più ricchi. L'Italia è una della nazioni con il minor numero di rifugiati. Vi risiedono 55 mila persone, contro le 600 mila della Germania e le 200 mila della Francia. Non fa piacere sapere che siamo poco ospitali, ma purtroppo è così. L'articolo 10 della Costituzione garantisce il diritto, le Commissioni territoriali sono un ottimo esempio di collaborazione tra istituzioni e organizzazioni umanitarie.

     Molto resta da fare. Anche per tutelare i minori stranieri non accompagnati. Ne arrivano molti. L'anno scorso 6 mila solo dall'Afghanistan. Le procedure burocratiche sono molto lunghe, così che sono costretti a dormire per strada. In molti casi non sanno nemmeno di avere diritto a una tutela. Spesso, viste le difficoltà che ci sono in Italia, cercano di ottenere asilo in altri Paesi europei, ma vengono rispediti indietro, in ottemperanza alle norme internazionali sull'accoglienza. Molto resta da fare.

Ahmad Gianpiero Vincenzo
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