Sarajevo, vent'anni di incubi

Vent'anni fa cominciava l'assedio più lungo del Novecento. La città della Bosnia è rinata ma non riesce a dimenticare.

Le speranze di pace del cardinale Puljic

06/04/2012
L'arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljic.
L'arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljic.

Vinko Puljic, cardinale arcivescovo di Sarajevo, pensa al passato, osserva il presente e scruta il futuro. Non dimentica, non può dimenticare: “È stato il più lungo assedio del Novecento: anni di violenza, di sofferenza, di bombe ogni giorno. Ne ricordo il suono, tutto particolare, cui le mie orecchie si erano abituate, tanto da essere costretto oggi ad un apparecchio per poter riacquistare l’udito perso in quegli anni”.

Si sta dando da fare, per non dimenticare, ma pure per andare oltre: “Stiamo organizzando proprio a Sarajevo un grande incontro mondiale per la pace, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio: dal 9 all’11 settembre riuniremo i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni, per dire insieme non alla guerra, alla violenza, alle divisioni”.

Un messaggio di speranza, in una terra martoriata dalla guerra e ancora dilaniata dalle divisioni. Ma senza dimenticare i problemi di una comunità minoritaria, quella cattolica: “Purtroppo i cattolici sono sistematicamente svantaggiati: le moschee sono state restaurate e ne sono state costruite tante di nuove, mentre servono anni per ottenere i permessi per costruire una chiesa e i beni confiscati non sono stati restituiti. Ci vuole parità di trattamento per tutti, in ogni settore. Noi siamo una minoranza, ma siamo una forza costruttiva che vuole contribuire al successo della società, infatti ci stiamo dando da fare per progetti di cooperazione tra differenti gruppi etnici e religiosi”.

E poi c’è un grande rischio all’orizzonte, quello dell’estremismo religioso: “La presenza wahabita è aumentata a dismisura nel corso del tempo, con la conseguente ricerca di influenzare la società bosniaca: nessuno sembra curarsi di questo rischio, finanziato dai soldi provenienti dall’Arabia Saudita”. Presente difficile, futuro a rischio. Ma senza mai perdere la speranza: “Spero davvero che Sarajevo, città delle divisioni, della guerra, della sofferenza possa diventare la città della pace”.

Ivo Romano
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