09/05/2012
La formella donata al presidente Napolitano.
Anche se appena accennato, l’agguato di Genova non poteva passare sotto silenzio nella giornata dedicata alle vittime del terrorismo e delle stragi. Fortemente voluto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’evento, ha chiamato a raccolta al Quirinale i parenti dei circa 500 caduti per mano terroristica.
A guidare la giornata Silvia Giralucci, figlia di Graziano, ucciso dalle Brigate Rosse, insieme con Giuseppe Mazzola, nella sede del Movimento Sociale di Padova il 17 giugno 1974. “Non si illudano di intimidire lo Stato e i cittadini”, ha detto Giorgio Napolitano facendo riferimento ai fatti di Genova e sottolineando che “non ci sono ragioni che possano giustificare il ricorso alla violenza”.
Nel corso della mattinata sono stati ricordati, tra gli altri, il generale dei carabinieri Enrico Riziero Calvaligi, ucciso dalle Br il 31 dicembre 1980, l’avvocato Fulvio Croce, ucciso il 28 aprile 1977 dalle Br per aver garantito la difesa d’ufficio ai capi delle Brigate rosse che rivendicavano invece l’essere improcessabili. “Le Br avevano identificato il ruolo fondamentale del diritto di difesa come baluardo dello Stato di diritto. Un processo giusto, con l’esercizio del diritto di difesa li metteva in difficoltà”, ha commentato l’avvocato Giampaolo Zancan.
Giovanni e Agnese Moro al Quirinale.
Grande spazio poi è stato dato, con esplicita sottolineatura del capo
dello Stato, al tema delle stragi, sia di piazza Fontana che di piazza
Loggia. “L’impunità”, ha sottolineato Piergiorgio Vittorini,
avvocato di parte civile nel processo di Brescia, crea un vuoto che
rischia di annullare il valore della vita di chi è rimasto vittima.
Però, se anche i processi si sono conclusi senza le condanne dei
colpevoli non bisogna dimenticare le acquisizioni fondamentali che sono:
l'ascrivibilità delle stragi all’area della destra neofascista e i
depistaggi di apparati dello Stato”.
E per non dimenticare, proprio a Brescia, il 28 maggio, anniversario
della strage, saranno poste le prime nove formelle con i nomi delle
vittime di piazza Loggia. A queste se ne aggiungeranno altre 481.
Formelle di marmo – la prima è stata donata al presidente della
Repubblica durante la cerimonia di stamane – che diventeranno parte dei
marciapiedi cittadini in un percorso che si snoderà in mezzo alla città.
Le formelle – che porteranno nome, professione e data della morte delle
vittime - saranno adottate dalle scuole che si “occuperanno così”,
spiega Manlio Milani, presidente della Casa memoria di Brescia, “di fare
la manutenzione sia fisica dell’oggetto che della memoria di chi
rappresentano”.
Prima di accedere al salone del Quirinale due grandi teche mostravano in
esposizione due lettere originali di Aldo Moro, di cui oggi ricorre il
34° anniversario dell’uccisione, inviate durante la sua prigionia: una
diretta al segretario della dc Benigno Zaccagnini e una all’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Le lettere originarie di Moro sono state versate anticipatamente all’archivio di Stato perché fossero restaurate e conservate.
Annachiara Valle