Napolitano, l'unico con la fiducia

Paradosso: il Presidente che sempre rimarca la distinzione fra i poteri dello Stato è il baricentro del quadro politico e il vero garante dell'immagine internazionale del Paese.

08/11/2011
Il presidente Napolitano.
Il presidente Napolitano.

Sembra un paradosso, ma solo in apparenza. Abbiamo un presidente della Repubblica che di continuo rimarca la distinzione fra i poteri dello Stato, e invita tutti a rispettarla. Lui per primo, quando “lo tirano per la giacca” sperando che sostenga questa o quella tesi, risponde con la massima chiarezza che la guida della politica nazionale spetta al Governo e non al Quirinale.  Impossibile scorgere in questa linea un minimo margine di equivoco.

Eppure, con discrezione in passato ma apertamente negli ultimi tempi, è a lui, Giorgio Napolitano, che si rivolgono i potenti dell’Europa. Ma non certo per spiegargli qualcosa, o dargli consigli. Piuttosto per riceverne, e aver maggiore facilità a capire.      Situazione anomala, si dirà, e in effetti non abbondano i precedenti. Semmai, negli scorsi decenni, abbiamo assistito a Presidenze che non esitavano a ingerirsi nelle prerogative ministeriali, sul piano interno e ancor più in politica internazionale. Cioè un atteggiamento opposto a quello di Napolitano.


     Se dunque dall’estero lo chiamano i Grandi per esaminare insieme i drammi dell’attualità, non lo fanno perché incoraggiati dal Colle. Lo fanno perché si sentono garantiti assai più dalla silenziosa ma attenta presenza di Napolitano che non dalle promesse verbali di Berlusconi.     

Se è un evento insolito, verrebbe da dire: benedetta anomalia. Il fatto è che in Napolitano non si vedono solo i frutti di una lunghissima attività politica, svolta all’insegna della saggezza e della moderazione anche quando militava in un partito, il Pci, non propriamente moderato. Salvo pochi e occasionali episodi, legati a crisi che imponevano i doveri di militanza anche ai più riottosi - lui, il grande sindacalista Di Vittorio, pochi altri – Napolitano è sempre stato l’emblema di una sinistra moderata. Non rivoluzione ma riforme, non strappi avventurosi ma passi meditati.

Per questo è stata non solo indolore ma politicamente naturale, anzi salutata da un consenso pressoché unanime, la sua ascesa al Quirinale. Una situazione, all’epoca, che in tutt’altro clima torna oggi a ripetersi. Dopo il voto a Montecitorio, 308 voti per Berlusconi e 321 deputati che non votano, è a Napolitano che guardano Parlamento e Paese. Non possono interpellarlo, come hanno fatto tanti governanti europei. Meno ancora possono fornirgli informazioni, tutte essendo già in suo possesso, o dargli consigli, dei quali non ha bisogno.

Nella generale disistima che circonda la classe politica, con pochisismi che si salvano, sua è la figura di riferimento. Certo ci si chiede come agiranno maggioranza e opposizione. Ma la maggiore attesa riguarda il modo in cui lui, Giorgio Napolitano, potrà e saprà ricavare soluzioni propizie per l’Italia. Ruolo di estrema responsabilità, superfluo dirlo, e di non inviabile scomodità. Ma circondato da una fiducia che il resto del mondo politico, comprimari e comparse, da tempo non merita più.  

P.S.: E così, un paio d'ore dopo l'uscita di questa nota, Berlusconi ha preso con Napolitano l'impegno delle dimissioni. La formula prescelta andrà verificata, ma forse è la più realistica. E' fuor di dubbio che alle pressioni europee vada data una risposta concreta. Comunque si vedrà nei prossimi giorni. Per ora si deve prendere atto che, per questa soluzione, il capo dello Stato ha avuto un ruolo decisivo. Come speravamo, come il Paese voleva. 

Giorgio Vecchiato
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Postato da giogo il 10/11/2011 17:56

Hooo Gmichele cosa c'entri Napolitano ex pci,con il pensiero di DIO e della povera Englaro...proprio NON si capisce, mi pare che in testa tu abbia molta confusione e poche idee chiare...che poi la caduta del sultano padrone del bunga-harem ti abbia innervosito lo posso capire...che dire ad esempio degli ex di destra allo son "fascisti"? e i politici piduisti come li classifichiamo"traditori" hops scusate lo fu anche LUI...lui chi?...lui..lui !! Saluti a lui tutti

Postato da Rodolfo Vialba il 10/11/2011 12:27

A dispetto della guerra che ha fatto contro i comunisti un certo Presidente del Consiglio dei Ministri malamente caduto (o buttato giù) dalla sua poltrona, dicendone tutto il male possibile ma che guarda caso intratteneva lucrosi rapporti di amicizia con quell’autoritario erede della patria per eccellenza del comunismo che è Putin, si deve convenire che nel mare dei problemi che sconvolgono l’Italia (la drammatica crisi economica e finanziaria, l’inaffidabilità interna e internazionale del Governo, della sua maggioranza parlamentare e della classe politica in generale), l’unico elemento positivo è che alla Presidenza della Repubblica c’è il comunista Giorgio Napolitano che ha impedito, in tutti questi anni di derive populiste, che si facesse carta straccia della Costituzione e delle regole del vivere e convivere da essa affermate. Non so come Napolitano risolverà la crisi di Governo, se con un governo di unità nazionale presieduto da una personalità di grande rilievo, oppure con il ricorso alle elezioni anticipate, scelta questa inopportuna e dannosa per il Paese. Ho però fiducia nel Presidente della Repubblica: come ha sorpreso tutti nominando Senatore a vita il Prof. Mario Monti, togliendo in questo modo spazio all’inutile dibattito su “governo tecnico e governo politico”, così farà anche per il nuovo Governo e sarà la scelta migliore per il Paese.

Postato da Gmichele il 09/11/2011 19:56

...il paradosso: Napolitano è simbolo della democrazia in Italia. Napolitano il comunista. Non lo è Berlusconi di certo, ma per Napolitano siamo disposti a dimenticare... gli Ungheresi non dimenticano. Ma Dio, che cosa pensa (secondo voi) della questione Englaro?

Postato da ivanlombardi il 09/11/2011 17:00

Durante gli eventi di questi ultimi giorni in cui è in gioco il destino del premier Berlusconi e in questo clima di attesa e di forti (e contrastanti) emozioni in tutti gli italiani, ho letto un monito di un grande sacerdote e filoso spagnolo, J. Balmes, estratto da “Il CRITERIO”. Qui riporto un piccolo passo: “.(…). Guardatelo: la sua fronte altezzosa par minacciare il cielo; il suo sguardo imperioso esige sottomissione e rispetto; sulle sue labbra affiora il disprezzo per quanto lo circonda; in tutta la sua fisionomia scorgerete che trabocca la compiacenza di se stesso; l’affettazione dei gesti e dei modi vi presenta un uomo pieno di sé, che procede con eccessivo sussiego quasi temesse dare qualcosa di suo. Prende la parola? Rassegnatevi a tacere. Rispondete? Non ascosta la vostra risposta e prosegue il suo cammino.”. http://mister-no.ilcannocchiale.it/2011/11/09/il_criterio.html

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