12/04/2011
Una donna con il niqab a passeggio con le figlie a Place de la Concorde, Parigi.
Niente velo, siamo francesi. E’ scattata in Francia la legge “anti burqa”, voluta da Sarkozy, che proibisce il velo integrale pena severissime sanzioni per le donne che lo indossano. Ma gli addetti ai lavori (poliziotti e magistrati) si sono affrettati ad ammonire che la legge (la prima del genere promulgata in un paese europeo) sarà inapplicabile. Se i fatti daranno loro ragione, vorrà dire che Sarkozy avrà fatto un ennesimo buco nell’acqua.
Ma prima di spiegare perché la normativa anti burqa sarà quasi certamente inapplicabile, vediamo che cosa stabilisce esattamente la legge entrata in vigore lunedì 11 aprile. Tanto per incominciare, il testo non parla specificamente del velo integrale, ma si limita a proibire “la dissimulazione del volto nello spazio pubblico”. L’interdizione è valida in strada e in tutti i luoghi aperti al pubblico, comprese le scuole, gli ospedali, le banche, gli uffici amministrativi, i tribunali, i musei, le biblioteche, gli stadi, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti; è in vigore anche nei parchi e giardini pubblici, in spiaggia, nei negozi, al ristorante, al cinema, a teatro e in automobile se la donne è al volante. In pratica, le donne potranno indossare il velo integrale soltanto a casa propria. La legge prevede 150 euro di multa per le donne che nascondono il viso, e fino a 30 mila euro per gli uomini che le costringono a farlo (pena raddoppiata se si tratta di minorenni: fino a 60 mila euro e fino a due anni di carcere).
La prima osservazione che viene in mente è che, secondo fonti degne di fede, le donne che vanno in giro abitualmente con il burqa sono non più di due-tremila in tutta la Francia. Valeva davvero la pena fare una legge per un gruppo così sparuto? La risposta è evidente e il calcolo politico di Sarkozy fin troppo chiaro. Con un occhio alle prossime elezioni presidenziali, in programma per la primavera 2012, si tratta di tagliare l’erba sotto i piedi a Marine Le Pen, da poco succeduta al padre Jen-Marie Le Pen alla guida del Fronte Nazionale, il partito dell’estrema destra francese. Grazie anche alle prese di posizione anti-islamiche, la popolarità di Marine Le Pen cresce a vista d’occhio tanto che, secondo alcuni sondaggi, la bionda leader dell’estrema destra potrebbe addirittura scavalcare Sarkozy nel primo turno delle elezioni presidenziali. Con la legge anti burqa l’attuale presidente della Repubblica spera di recuperare almeno una parte degli elettori sedotti dai discorsi di Marine.
“La legge dovrà essere rispettata, gendarmeria e polizia sono lì apposta”, ha dichiarato il ministro degli Interni Claude Guéant. Ma i rappresentanti dei sindacati di polizia hanno replicato che sarà difficile applicarla. Se una donna va in giro con il viso nascosto, gli agenti debbono procedere a un controllo d’identità. Per questo hanno bisogno di vedere il volto (per accertarsi che il volto corrisponda alla foto del documento) ma non possono obbligare la donna a togliersi il velo, e tantomeno a strapparglielo. La circolare del ministero degli Interni raccomanda agli agenti di usare la persuasione nel caso che la donna rifiuti di svelare il viso. “Cercare di farla ragionare, usare un po’ di psicologia e di pedagogia, ma in nessun caso ricorrere alla forza”. Se persisterà nel rifiuto, la donna dovrà essere accompagnata al commissariato più vicino e fermata ma non più di 4 ore. Come ultima ratio, il dossier verrà trasmesso al procuratore della Repubblica.
C’è poi un altro, increscioso problema: che fare con le mogli e le concubine dei ricchi emiri del Golfo che, velate dalla testa ai piedi, vengono a Parigi per prendere d’assalto i negozi e le boutiques di lusso degli Champs Elysées e del Faubourg Saint-Honoré? Come procedere ai controlli d’identità senza rischiare incidenti diplomatici a catena? Si profilano tempi decisamente difficili per gli agenti incaricati di far rispettare la legge anti burqa.
Paolo Romani