Brasile, il boom dal volto umano

A fine 2011 il Brasile è diventato la sesta potenza economica del mondo. Il successo di Lula e il segreto di una clamorosa rinascita economica.

Da San Paolo a Porto Alegre, bando al fumo

09/01/2012
Un'immagine che mostra i rischi per la salute legati al fumo apposta sui pacchetti di sigarette in Brasile (foto Reuters).
Un'immagine che mostra i rischi per la salute legati al fumo apposta sui pacchetti di sigarette in Brasile (foto Reuters).

Il colosso sudamericano, il Paese del miracolo economico e dei grandi traguardi, ha conquistato un nuovo importante primato: con i suoi 190 milioni di abitanti il Brasile è diventato il più grande Stato del mondo smoke-free, libero dal fumo, in tutti gli spazi pubblici e collettivi e nei luoghi di lavoro, in base alla nuova legge promulgata dal Governo di Dilma Rousseff.

Il nuovo provvedimento rappresenta un ulteriore inasprimento della normativa che era già in vigore dal 1996 e che prevedeva locali appositi per i fumatori nei locali pubblici, bar, ristoranti e aeroporti. Nel 2009 San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais erano stati i primi stati federati brasiliani a introdurre norme molto restrittive, vietando le sigarette in tutti in luoghi pubblici. Ora, la legge bandisce definitivamente i "fumodromi" in tutto il Paese: dove prima era concesso, niente più attesa dell'aereo fumando una "bionda".

La lotta al fumo passa anche per le tasche dei fumatori: la legge prevede anche un aumento delle tasse sui prodotti del tabacco. Così, nel 2012 i costi per i consumatori di sigarette subiranno un innalzamento del 20%, fino al 55% entro il 2015. I punti vendita, inoltre, non potranno pubblicizzare le sigarette e, a partire dal 2016, gli avvisi sui rischi per la salute dovranno essere posti non solo sul retro del pacchetto ma anche su almeno il 30% del fronte.

Il Brasile, insomma, è determinato a portare avanti una strenua battaglia contro il fumo, una piaga per il Paese, dove il 17% degli adulti consuma tabacco e si stima che ogni anno perdano la vita a causa del fumo circa 200mila persone. Si calcola inoltre che al fumo sia legato il 45% degli attacchi cardiaci.

Il Brasile è il 14° Stato del continente americano a introdurre una legge anti-fumo. Il problema è molto sentito in America latina e centrale, dalla Colombia all'Argentina fino al Guatemala: il Cile, nonostante le restrizioni fissate per legge, continua ad avere il tasso più elevato di fumatori di tutta la regione.

L'Honduras è il Paese con la normativa più severa: se una persona fuma in casa contro il volere degli altri presenti all'interno delle mura domestiche, i membri della famiglia (o gli ospiti) possono chiamare la polizia. In tutto il mondo sono circa 6 milioni ogni anno le vittime dei danni provocati dal fumo, considerando quello attivo e quello passivo.


                                                                                                                      Giulia Cerqueti

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