14/12/2011
Gianluca Casseri, l'assassino di Firenze.
Dai e dai con la propaganda ed ecco che anche l'Italia può vantare il suo "piccolo Breivik". Certo, i due senegalesi uccisi a Firenze da Gianluca Casseri non sono i 77 giovani massacrati a Oslo, ma i tratti comuni ai due episodi sono troppi per essere archiviati, come qualcuno già prova a fare, come l'episodio di un folle isolato.
L'Italia, proprio come la Norvegia, ha attraversato anni in cui la polemica politica, dietro l'alibi del realismo e della crisi economica, dell'identità nazionale e dell'omogeneità culturale, si è abbandonata a un razzismo neppur tanto strisciante, condito di pregiudizi e falsità. Lo straniero (tranne quelli ricchi, ovviamente) e l'immigrato sono stati tramutati in categorie sospette per definizione, anche se qualunque studio serio era pronto a dimostrare che il nostro Paese dall'immigrazione trae profitto, in senso economico e demografico.
L'immigrazione come congiura, l'immigrato come agente patogeno. L'arrivo degli stranieri come un male da combattere, a prescindere. A dispetto, per esempio, della realtà dei fatti: di un mercato del lavoro che, come ha dimostrato il XVII° Rapporto Ismu sull'immigrazione, appena presentato, "chiama" gli immigrati quando l'economia cresce e li respinge automaticamente quando l'economia ristagna: 430 mila nuovi immigrati l'anno tra il 2003 e il 2009, solo 70 mila in un 2010 pure segnato dalle turbolenze e dalle guerre dell'Africa del Nord.
Dal raid contro il campo nomadi di Torino, provocato dalle incaute dichiarazioni di una ragazzina che ha poi chiesto scusa a tutti, alla sparatoria di Firenze, per citare solo gli ultimissimi episodi, raccogliamo i frutti di una politica che su questo tema ha dato il peggio di sé. Al posto di regolare i fenomeni e placare certe comprensibili paure, ha acceso il conflitto e sulle fiamme ha speculato per piccola convenienza elettorale. Ovunque. Anche, per fare un altro esempio, nella Roma che pareva messa a sacco dai romeni e si è poi ritrovata con il record di omicidi, commessi da italianissimi assassini. Anche a Napoli, con le incursioni contro i rom sobillate forse dalla camorra.
Piaccia o no, negli spari di Casseri c'è molta Italia. Quella del "io non sono razzista ma", che ai razzisti veri ha tenuto fin troppo bordone.
Fulvio Scaglione