Egitto sull'orlo della guerra civile

Scontri e violenze tra i sostenitori del presidente Morsi e gli oppositori che chiedono di congelare il referendum sulla nuova controversa Costituzione fissato per il 15 dicembre.

Dopo Mubarak, l'incubo di un nuovo dittatore

06/12/2012
Manifestazione al Cairo dei sostenitori del presidente Mohamed Morsi (Reuters).
Manifestazione al Cairo dei sostenitori del presidente Mohamed Morsi (Reuters).

Da Il Cairo
Da protettore della rivoluzione di piazza Tahrir a neo dittatore islamico. Da presidente depotenziato a nuovo faraone. E' mutata drasticamente, in poco più di 5 mesi, l'immagine di Mohammed Morsi alla guida della Repubblica araba d'Egitto. Quanto meno agli occhi del popolo liberal-democratico di piazza Tahrir, che pure aveva scelto il fratello musulmano, al ballottaggio presidenziale dello scorso giugno, come estremo argine di fronte a una restaurazione incarnata dal feldmaresciallo Ahmed Shafiq, ultimo premier dell'era Mubarak.

Sulle prime, a preoccupare sono gli scarsi poteri del nuovo capo di Stato, sotto scacco dell'onnipotente Consiglio supremo delle forze armate (Scaf), in un Paese senza Costituzione e con un Parlamento sciolto dalla Corte costituzionale. E invece Morsi ribalta il tavolo, ampliando, mese dopo mese le proprie attribuzioni, a suon di decreti. All'inizio di agosto, ad essere liquidato è il generale Hussain Tantawi, odiato leader del Scaf e già ministro della Difesa. Morsi lo decora con il Collare del Nilo, la più alta onorificenza egiziana, e lo congeda, assieme al capo di Stato maggiore Sami Hafez Enan e a molti altri generali, ritenuti intoccabili fino al giorno prima. Quindi dichiara nuovamente in carica il Parlamento. Ma l’Alta corte lo blocca ancora.

Il 22 novembre, con una dichiarazione costituzionale, avoca a sé la temporanea "insindacabilità" da parte del potere giudiziario. E' l'inizio della nuova protesta di piazza Tahrir. Nel frattempo a preoccupare sono anche i lavori dell'assemblea costituente. Almeno un quarto dei 100 membri si ritira dal consesso per protestare contro i principi filo-islamici contenuti nel testo costituzionale, che viene approvato in largo anticipo rispetto al previsto, il 30 novembre scorso. In un clima quanto mai teso, si attende ora l'esito dello storico referendum costituzionale, previsto per il 15 dicembre. Per molti sarà un referendum su Morsi e sul suo operato.


Gilberto Mastromatteo

a cura di Giulia Cerqueti
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