21/02/2012
La petroliera "Enrica Lexie".
Il pericolo maggiore è in un triangolo di mare che sta tra la Somalia e l'India: lo stesso della petroliera "Enrica Lexie" al centro di un caso diplomatico tra India e Italia, con due marinai del battaglione San Marco accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati.
E' in quel tratto di Oceano Indiano che si consuma al massimo rischio l'insidia della moderna pirateria: un problema mondiale che, secondo l'Ocean beyond Piracy Report, ha sull'economia globale un impatto che nel 2011 ha sfiorato i 7 miliardi di dollari, sostenuto per il 20% dai Governi e per l'80% dall'industria navale.
A incidere maggiormente è il consumo di carburante necessario ad accelerare al massimo il passaggio nei mari rischiosi: 2,7 miliardi di dollari. Le spese militari incidono per 1,3 miliardi di dollari, sicurezza e reclutamento di guardie armate per 1,1 miliardi. Altri 635 milioni se ne vanno in assicurazioni, mentre i cambiamenti di rotta per far passare le navi lungo la costa occidentale dell'India si stimano tra i 486 e i 680 milioni di dollari.
Il Rapporto segnala che questi costi sono in larghissima maggioranza ricorrenti, cioè vanno ripetuti ogni anno. Anche la media dei riscatti è molto aumentata: 25% in più, circa 4 milioni di dollari nel 20110, 5 nel 2011.
Resta da calcolare il costo umano, elevatissimo e non esprimibile in cifre, fatto di un numero significativo di morti e rapiti in azioni correlate alla pirateria. Come appunto quest'ultimo che ha visto coinvolta una nostra nave.