28/04/2013
Cecile Kyenge, 49 anni, è il primo ministro di colore nella storia della Repubblica (Ansa).
Poteva mancare l'attacco della Lega Nord al primo ministro di colore nella storia della Repubblica, il giorno stesso del giuramento davanti al Presidente Napolitano, senza neppure aspettare di vederla all'opera? E cioè con un intervento, quello del segretario leghista Matteo Salvini, che è il peggiore dei razzismi possibili? Nonostante questo, il neo ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, 49 anni, ha giurato al Quirinale, nel Salone delle Feste, con grande dignità e concentrazione, senza troppo curarsi delle sparate leghiste.
La Kyenge è nata a Kambove, in
Congo, è laureata in Medicina e Chirurgia ed è medico oculista. Modenese, vive a Castelfranco
dell'Emilia, ed è da tempo impegnata in politica, prima nei Ds, poi
nel Pd. Già responsabile regionale per l'immigrazione nel Pd, è
consigliere provinciale a Modena, ed è stata eletta deputata con le
elezioni politiche dello scorso febbraio.
Già prima donna di origine africana a sedere in Parlamento, la neo ministra dell'Integrazione è
sposata e madre di due figlie.
Nel 2004 era stata eletta in una circoscrizione del comune di Modena
per i Democratici di Sinistra, prima di essere nominata responsabile
provinciale del Forum della Cooperazione Internazionale e immigrazione.
Dal settembre 2010 è portavoce nazionale della rete Primo Marzo per
cui si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani.
Esperienza e competenza su queste tematiche spiegano dunque la scelta
del presidente del Consiglio Enrico Letta di nominare Cecile Kyenge
ministro dell'Integrazione.
Tra i suoi diversi impegni, la promozione e il coordinamento del
progetto "Afia" per la formazione di medici specialisti in Congo in
collaborazione con l'Università di Lubumbashi. Lo scorso 8 marzo,
proprio nel giorno della Festa della Donna, la deputata del Pd e neo
ministro era stata raggiunta da insulti razzisti rivolti su Facebook da
un esponente della Lega Nord. Sempre a marzo Kyenge è stata una dei
quattro firmatari - oltre a Pierluigi Bersani, Khalid Chaouki e Roberto
Speranza - della proposta di legge depositata alla Camera sul
riconoscimento della cittadinanza agli immigrati, uno degli otto punti
che lo stesso Bersani aveva proposto per il Governo. La proposta di
legge contempla il riconoscimento della cittadinanza per chi nasce in
Italia da stranieri residenti da almeno 5 anni e della possibilità di
richiederla anche per chi non è nato in Italia ma vi è cresciuto.
Pino Pignatta